Non ha avuto dubbi, don Aldo Lamera: le opere da lui create le ha passate a don Massimo Mapelli, che aveva già visto lavorare nel territorio della Bassa Milanese. Oltre a essere presidente della Fondazione San Pietro Cusico, Mapelli mantiene lo stesso ruolo nell’associazione «Una casa anche per te» (Ucapte), che oggi conta quattro comunità di accoglienza per minori, soprattutto stranieri non accompagnati: «La particolarità è che abbiamo grandi e piccoli, maschi e femmine insieme, quindi un’altra complessità», ammette il sacerdote. Le ultime due ondate di ragazzi sono 13-14enni che per mesi hanno girato i Balcani, e poi minori di 10-11 anni sbarcati da soli a Lampedusa. Oggi gli ospiti nelle case sono in tutto 34.
L’accoglienza
Cuore dell’associazione è l’accoglienza, rivolta non solo a minori, ma anche a nuclei familiari in stato di bisogno, oppure giovani adulti accolti in precedenza nelle comunità e ora maggiorenni. Per queste ospitalità l’associazione mette a disposizione appartamenti a sud di Milano o in città ricevuti da fondazioni, enti o privati. Altri invece sono stati confiscati alla criminalità, in particolare i 4 appartamenti della Masseria di Cisliano e una villetta ad Arluno.
«Ucapte è anche l’ente gestore dell’associazione Pantonoikia (casa di tutti) di Settala – spiega don Mapelli – che abbiamo ereditato da don Giovanni Brovelli, il parroco che aveva costituito questa realtà di accoglienza acquistando diversi appartamenti, non solo nel suo Comune. In particolare a Settala ospitiamo le mamme sole con i loro bambini».
La Masseria di Cisliano
Da alcuni anni l’associazione «Una casa anche per te» ha sposato anche il tema dei beni confiscati alle mafie. Per questo in Masseria, oltre all’accoglienza, vengono organizzati percorsi di formazione per scuole, oratori e gruppi. «Dal 2015 al 2021 12 mila ragazzi sono venuti per vivere un’esperienza da noi – continua il presidente -. Solo a dicembre ne sono arrivati 500, ma abbiamo già prenotazioni per i prossimi mesi. Per l’alternanza scuola-lavoro (Pcto) ospitiamo anche studenti delle superiori che si fermano a dormire».
Lavoro e ambiente
Tra le attività di Ucapte non si può dimenticare la cooperativa agricola sociale «Madre terra», avviata «per dare lavoro ai ragazzi, tornare al rispetto dell’ambiente e del pianeta, ma anche intendere l’economia in modo diverso, in linea con l’enciclica Laudato si’ – puntualizza don Mapelli -. Gestiamo del terreno dove abbiamo le sedi delle comunità a Zinasco, in provincia di Pavia, e un ettaro a Rozzano, presso la Cascina Sant’Alberto, dove coltiviamo verdura stagionale». Non è tutto. «Un gruppo di famiglie del sud-ovest di Milano acquista da noi ogni settimana, partecipando a un progetto. In pratica pagano per un prodotto buono e giusto, cioè che garantisca lo stipendio giusto a chi lavora: per questo il prezzo non è calcolato al chilo, ma a partire da quanto costa produrre la verdura. Un modo ben diverso di intendere il rapporto tra produttore e consumatore. L’agricoltura sociale diventa palestra per tanti ragazzi e offre lavoro pulito, ma incide anche sul territorio, suscitando domande e attirando famiglie che sostengono l’attività».
«Madre terra» ha sviluppato anche un laboratorio di trasformazione: passate di pomodoro, verdure sott’olio, sottaceti… Inoltre ha destinato mezzo ettaro alla coltivazione di luppolo. Del luppoleto sociale, condiviso con l’esperienza di Rimaflow nel sud-ovest milanese, oggi alcuni birrifici si servono per produrre la loro birra.