«Una storia di sollecitudine, di audacia, di competenza, di interpretazione di una tragedia che distrugge persone, famiglie, con prezzi enormi per l’intera comunità»: così scrive l’Arcivescovo nel messaggio inviato a don Chino Pezzoli e don Mario Sozzi per la ricorrenza del 40° anniversario della Comunità Promozione Umana
«Avete aiutato il recupero di tante persone a una vita dignitosa, il sollievo a tante famiglie tribolate dal dramma delle dipendenze – scrive l’Arcivescovo -. La comunità costituisce un segno di speranza tanto più necessario in tempi in cui la “paura di vivere” incombe sull’avvenire delle giovani generazioni: sempre più giovani sono coloro che si lasciano sedurre e sempre più adulti e compromessi sono coloro che accedono ai programmi di recupero». E sottolinea anche «l’opera di sensibilizzazione» attuata con i libri di don Chino e la promozione di incontri sul territorio, e il «contributo rilevante a mantenere alta la guardia, vigile l’attenzione dei genitori e delle istituzioni educative, in primo luogo delle comunità cristiane e delle scuole».
Don Pezzoli e don Sozzi, preti diocesani, sono «segno concreto della premura della Chiesa per le persone coinvolte nel dramma della dipendenza», «mandati a contrastare la banalità dello sperpero dalla vita, l’umiliazione della cultura dello scarto, la pervasiva invadenza della logica del profitto a ogni costo».
Il messaggio si conclude con «un appello a tutti gli amici, alle persone di buona volontà, alle istituzioni a esprimere con particolare generosità il sostegno a voi, ai collaboratori, ai volontari e agli ospiti, perché l’opera possa continuare e adeguarsi alle necessità di questo tempo».