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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Milano

La Vincenziana, per gli universitari una proposta di vita comune

Il 14 marzo l’Arcivescovo incontra gli studenti residenti presso il San Paolo, uno dei tre collegi cittadini della Fondazione che compie 90 anni. Il direttore Paolo Martina descrive il servizio, «inclusivo e di qualità», che mira a offerte sempre più interessanti

di Annamaria BRACCINI

13 Marzo 2024

Una storia lunga novant’anni, nata da un’intuizione lungimirante del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, per dare un luogo in cui abitare nei molti collegi allora diffusi sul territorio lombardo, a giovani lavoratori e lavoratrici provenienti da tutt’Italia, e che continua nella stessa logica, offrendo ospitalità agli studenti universitari. È questa la realtà della Fondazione La Vincenziana, espressione della Diocesi, che oggi conta a Milano tre collegi per un totale di circa 370 ospiti: il San Paolo, dove l’Arcivescovo la sera di giovedì 14 marzo cenerà e dialogherà informalmente con gli studenti; il San Filippo Neri e la Casa Universitaria Bertoni, cui si aggiunge una residenza presso la parrocchia di Santa Maria del Rosario con una quarantina di pensionanti. Giovani donne e uomini venuti a Milano per frequentare l’università, provenendo in maggioranza dal sud del Paese, ma anche dal nord-est e, talvolta, ormai anche dall’estero, anche se il loro numero rimane residuale.

A raccontare cosa sia La Vincenziana, alla vigilia del primo dei tre incontri con l’Arcivescovo previsti nelle diverse realtà per festeggiare il 90° di fondazione, è il direttore, Paolo Martina: «Dopo un colloquio orientativo di ammissione, nel quale facciamo una prima conoscenza, gli studenti vengono accolti, per il periodo dell’Anno accademico, nelle strutture che prevedono camere doppie o singole e spazi comuni di socializzazione. Proprio perché ciò che caratterizza la proposta della Vincenziana è dare l’opportunità di fare una vita in comune, permettendo a oltre un centinaio di ragazzi e ragazze di vivere sotto lo stesso tetto, con un’animazione che nasce da loro stessi e che è e significativa, tanto che il 70% degli ospiti, dopo il primo anno di permanenza, chiede di proseguire».

Naturalmente La Vincenziana è una realtà di ispirazione cristiana. Questo preclude l’accoglienza per qualcuno?
Quando facciamo il primo colloquio, come è ovvio, ci informiamo della provenienza degli ospiti, ma non vi è nessuna selezione a prescindere. Le proposte all’interno dei nostri Collegi e i gruppi che, per vari motivi, si creano sono assolutamente liberi. Fondamentalmente l’assistente – don Giorgio Begni per il San Filippo, don Paolo Sangalli presso la Bertoni, don Fabio Riva al San Paolo e il parroco don Marco Borghi per la residenza presso la parrocchia del Rosario – è un compagno di viaggio.

Mai come ora, con gli affitti alle stelle e una Milano che si posiziona ai primi posti al mondo per i costi delle case, poter avere dei Collegi è importante. Questa è anche la vostra mission
Per ora non possiamo offrire rette calmierate come vorremmo, ma stiamo lavorando in questo senso per cercare criteri oggettivi – per esempio in riferimento all’Isee -, attraverso cui venire incontro ad alcuni ospiti, magari meritevoli negli studi e non forniti di risorse economiche sufficienti. I nostri costi sono in linea con il mercato milanese e, a volte, anche più economici, aggirandosi tra un minimo di 600 e un massimo di 900 euro al mese, a seconda della tipologia della camera, tutto incluso tranne il vitto, per il quale devono provvedere direttamente i pensionanti in autogestione. La condivisione degli spazi, l’animazione nei gruppi, il cammino insieme, fanno del periodo trascorso in Collegio un tratto di strada che i nostri ospiti ricordano spesso per tutta la vita. Questo è il nostro valore aggiunto e ciò per cui ci impegniamo in un’offerta di qualità e inclusiva. 

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