Dopo un anno di riflessione “operativa” che ha ruotato attorno alle tematiche del nutrire, del cibo, della fame, in occasione della Giornata diocesana dell’8 novembre la Caritas Ambrosiana punta a cogliere con rinnovata consapevolezza le fonti ispiratrici del suo operare, rispondendo alla domanda sulle motivazioni e sulle modalità. La Giornata diocesana sarà preceduta dal tradizionale convegno in programma sabato 7 novembre, dalle 9 alle 13, presso la Casa Cardinale Schuster, salone Pio XII (via S. Antonio 5, Milano). Ne parla il direttore, don Roberto Davanzo.
Nel convegno diocesano della Caritas che si svolgerà sabato 7 novembre, a una settimana esatta dalla chiusura di Expo Milano 2015, ci chiederemo che cosa abbiamo imparato dalla partecipazione all’Esposizione lungo i sei mesi appena trascorsi.
Per qualcuno Expo si sarebbe potuto definire come una “utopia”, un luogo artificiale costruito col duplice scopo di permettere al mondo di dare rappresentazione di sé attraverso il simbolo del cibo, e spingere l’umanità a porsi interrogativi fondamentali sulla propria sopravvivenza. Dentro Expo abbiamo potuto ammirare la stupefacente abbondanza della creazione e la varietà di prodotti che ci mette a disposizione, la diversità e la ricchezza delle culture, la potenza della intelligenza umana. Al tempo stesso Expo ci ha mostrato anche le differenze che non sono solo riconducibili alla varietà, ma alla cattiva distribuzione delle risorse.
In una società dove l’eccesso e lo sperpero dominano è necessario rivedere non un singolo aspetto, ma adottare nuovi comportamenti in ogni fase del ciclo di produzione-consumo dei beni e di gestione dei rifiuti. Per far ciò è essenziale, prima di tutto, che i consumatori siano i protagonisti di questi cambiamenti, diventando più consapevoli e disponibili a rivedere il loro stile di vita, magari iniziando proprio ad eliminare il superfluo all’origine: ciò che acquistiamo, non usiamo e sprechiamo.
E’ quello che ci chiede di fare l’ultima Enciclica di papa Francesco Laudato si’, giunta provvidenzialmente in mezzo al semestre espositivo: la necessità di passare attraverso nuovi stili di vita da sperimentare ed attuare “dal basso”, a livello familiare. L’enciclica parla di ecologia, ma di una ecologia che non riguarda solo il rispetto delle risorse del pianeta per evitare i drammatici cambiamenti climatici cui assistiamo o l’estinzione di qualche specie animale o vegetale. Il pianeta potrà “nutrire” quanti vi abitano, a condizione di una profonda conversione culturale e naturalmente anche operativa che parte della convinzione che quella che abitiamo è una “casa comune” in cui ogni creatura possiede un valore proprio.
Le iniquità denunciate da papa Francesco sono intollerabili, sia nella prospettiva di un mondo più sicuro, sia da quello della visione dell’umano che ci viene dalla umanità di Gesù di Nazaret. Il loro superamento, come l’elaborazione di una “ecologia integrale” capace di difendere l’ambiente che ci avvolge, unitamente all’uomo che lo abita, potrà avvenire a condizione di saper elaborare un nuovo modello umano, sociale, economico.
Il prossimo Convegno ecclesiale di Firenze sul tema del “nuovo umanesimo” può diventare un ottimo punto di partenza per riprendere il discorso. Si tratterà di distillare dal modo di essere e dal modo di fare di Gesù il suo modo di concepire l’uomo, l’umano nei suoi rapporti costitutivi (con Dio, con gli altri uomini, con il creato) per trarne indicazioni precise circa il perché occuparci-di-lui e il come farlo, affinché questo occuparci-di-lui sia rispettoso della sua identità profonda e dunque capace di farlo progredire.
Infine, in Diocesi, continueremo la riflessione sulla Laudato si’ come orizzonte spirituale e culturale in cui collocare il dopo-Expo e le sue ricadute nella vita delle nostre parrocchie attraverso varie iniziative: la formazione dei responsabili decanali, i convegni di zona, un calendario di eventi sviluppati dalle aree di Caritas.
Don Roberto Davanzo
Direttore di Caritas Ambrosiana