Non un saluto convenzionale, ma «la presa di coscienza del tempo che passa»: questo l’augurio dell’Arcivescovo di Milano in vista del nuovo anno, da vivere come «la promessa di un tempo a disposizione». E l’augurio, allora, è che il tempo sia «una risorsa da mettere a frutto». La stessa «durata» del tempo può essere qualcosa di logorante, ma «se vissuta con perseveranza, rende più profonda la vita, più intenso l’amore, più alta la qualità del nostro prenderci cura di noi stessi, degli altri e del mondo». Il tempo, al di là della fretta e delle scadenze, si può «organizzare e regolare», anche scrivendo «una Regola di vita», in cui comprendere «tutti i valori che ci stanno a cuore». E infine il tempo è fatto di momenti «belli, faticosi, magari anche tragici», che devono diventare «occasioni, cioè provocazioni per la nostra libertà a dire “eccomi!”».
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«Il tempo che passa, una risorsa da mettere a frutto»
Nell’augurio dell’Arcivescovo per il nuovo anno, l’invito a valorizzare quanto è a nostra disposizione, anche attraverso una Regola di vita che comprenda «tutti i valori che ci stanno a cuore»