A pochi giorni dalla festa liturgica di Francesco d’Assisi, venerdì 10 ottobre il Seminario di Milano inaugura ufficialmente l’anno accademico 2025-2026 con un pomeriggio in suo onore, aperto al pubblico.
A partire dalle 17.30, nella cappella della comunità del Quadriennio, a Venegono, si alterneranno una serie di interventi che metteranno in luce diversi aspetti della figura di questo santo che predicava humilitate: è bello sottolineare che proprio humilitas è il motto di un altro santo, il Borromeo, fondatore dei Seminari diocesani.
In particolare, l’attenzione si focalizzerà sul Cantico di frate Sole, più comunemente conosciuto come Cantico delle Creature, che Francesco compose esattamente otto secoli fa, nemmeno lontanamente immaginando che si sarebbe trovato capostipite di una nascente letteratura. Già, perché quella sua lode a Dio è ufficialmente riconosciuta come primo testo poetico della letteratura italiana.
Lungi dall’essere un inanellarsi di lezioni frontali, il pomeriggio dedicato all’Assisiate vuole essere un momento culturale e spirituale al tempo stesso, capace di coinvolgere il pubblico attorno alla figura di questo Santo, restituendocelo in una veste nuova, ancora più vivo ed attuale.
A collegare gli interventi, armonizzandoli tra loro, ci penserà la musica, eseguita da un coro diretto da don Riccardo Miolo, docente di Musicologia e collaboratore dell’Ufficio liturgico diocesano. «Come veniva intonato il Cantico di frate Sole? Questa domanda, che si sono posti molti musicologi contemporanei, sarà il punto di partenza dell’indagine cui daremo vita insieme a un coro di adulti e bambini, formatosi per l’occasione» anticipa don Miolo.
Due dei brani che verranno eseguiti, di autori moderni, riproporranno fedelmente l’intero testo del Cantico, ma ci saranno anche due componimenti che al testo francescano si rifanno, come Dolce sentire nell’armonizzazione di un direttore contemporaneo, e Look at the World di John Rutter, suggestiva lode a Dio, attraverso le sue creature.
Senza scendere troppo nei dettagli, per non rovinare la sorpresa, il pomeriggio si aprirà con alcuni versi in portoghese di suor Verónica Benedito Gonçalves, poetessa giunta in Italia insieme ad altre consorelle per studiare Teologia in Seminario. «Lo spunto della mia composizione viene da una lettera che san Francesco scrive a sant’Antonio dandogli il permesso di insegnare Teologia – spiega suor Veronica – e allora cosa l’Assisiate può dire ancora a noi oggi, futuri teologi?».
La parola passerà poi a Paolo Però, docente di Letteratura italiana, Latino e Greco antico. «Il Cantico ha fama di essere un componimento immediato, rozzo, tutto sentimento – anticipa il professore -. Io cercherò di confutare questa idea semplicistica, spiegando che il testo che frate Francesco compose, tra il 1224 e il 1225, presuppone una strategia comunicativa sofisticata e una costruzione formale raffinata».
Infine, don Giuseppe Como, vicario episcopale per l’Educazione e la celebrazione della fede e per la Pastorale scolastica, nonché docente di Teologia spirituale, riporterà il pubblico all’origine del Cantico. «Esso non nasce dalla stupita e gioiosa contemplazione della natura – tiene a precisare –, ma dallo sguardo interiore di un uomo ferito, infermo, quasi cieco e sprofondato in una acuta crisi esistenziale e spirituale».
L’incontro si farà poi preghiera con la celebrazione dei Vespri, insieme alla comunità del Seminario, seguita da un piccolo rinfresco.




