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Sirio 3 - 7 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
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Presentazione

«Il Segno»: vita comune, crescere insieme

Sempre più giovani scelgono di iniziare la propria vita adulta all’interno di un progetto condiviso promosso da sacerdoti o realtà ecclesiali: un cammino sostenuto dalle nuove Linee guida della Diocesi. Se ne parla nel numero di dicembre del mensile diocesano

3 Dicembre 2025
Giovani a Casa Magis

Gli anni tra l’università e l’ingresso nel mondo del lavoro sono un tempo decisivo: molti giovani cercano di capire che forma daranno alla propria vita adulta e come costruire il proprio futuro. È proprio in questo tempo di ricerca – personale, professionale e spirituale – che molti scelgono di fare esperienza di vita comune, condividendo quotidianità, scelte e responsabilità con altri coetanei sotto la guida di religiosi ed educatori. A queste realtà è dedicata la storia di copertina del numero di dicembre de Il Segno, che ne mette in luce la ricchezza umana e la capacità di offrire orientamento, fiducia e relazioni autentiche a chi si affaccia alla vita adulta.

Sono diverse le esperienze attive sul territorio (da Casa Magis alla Rosa dei 20 e molte altre), incoraggiate già dal cardinal Martini e dal Sinodo dei giovani del 2018. Più recentemente, oggetto delle nuove Linee guida pubblicate dalla Diocesi. Le motivazioni che spingono ragazzi e ragazze a vivere queste esperienze sono diverse: il desiderio di maturare, di vivere relazioni significative, di verificare un cammino di fede o di prepararsi alla vita familiare. Esperienze temporanee, dunque, che danno lo slancio per fare nuovi passi.

Nell’editoriale anche Fabio Landi, riallacciandosi a una fiaba per l’infanzia in cui la diffidenza si trasforma in partecipazione, invita a superare l’individualismo e la paura dell’altro, proprio come accade nelle esperienze di vita comune della Diocesi.

Storie dal Medio Oriente

La rivista dedica ampio spazio al Medio Oriente, raccogliendo storie e testimonianze che parlano di resistenza e speranza: dal pellegrinaggio dei Vescovi lombardi in Terra Santa guidati dall’arcivescovo Mario Delpini; alla voce di due studenti palestinesi provenienti da Gaza e accolti dall’Università degli Studi di Milano, giovani determinati a formarsi – come medici, ingegneri e insegnanti – per contribuire alla ricostruzione del loro Paese. Infine, la voce di suor Marta Luisa Fagnani, che dal 2005 guida il monastero Nostra Signora Fonte della Pace vicino a Homs, segno di speranza in una Siria ancora ferita e con una presenza cristiana sempre più esigua.

Nel cuore del Qatar wahhabita, invece, dove un tempo c’era solo deserto, oggi sorge la chiesa di Nostra Signora del Rosario, inaugurata nel 2008, punto di riferimento per migliaia di cattolici provenienti da tutto il mondo. Protagonisti di questa storia sono Renato Casiraghi e Loredana Zanon, una coppia di ottantenni milanesi che da cinquant’anni vive a Doha e che ha contribuito alla nascita del tempio, la cui costruzione è iniziata nel 1998. Un progetto voluto dal vescovo cappuccino Giovanni Bernardo Gremoli, impegnato a garantire spazi di culto ai cristiani della penisola arabica.

Ortodossi a Milano

Nel celebrare il centenario della presenza ortodossa a Milano, il patriarca Bartolomeo I ha ricordato come una comunità religiosa possa contribuire alla crescita della società. Dalla fondazione nel 1925, gli ortodossi greci del capoluogo lombardo hanno costruito relazioni, dialogo e un forte senso di appartenenza: oggi la chiesa di Santa Maria Podone è cuore liturgico e culturale della parrocchia guidata da padre Ioannis Batsis. La comunità greco-ortodossa, radicata e vivace, è divenuta punto di riferimento spirituale per fedeli greci e non solo. Anche la comunità ortodossa romena festeggia una data importante: i cinquant’anni di presenza a Milano. Padre Traian Valdman, vicario eparchiale emerito, ricorda la crescita della comunità, quindici parrocchie in Diocesi, migliaia di fedeli e un forte radicamento nel lavoro e nella vita cittadina.

Olimpiadi, ci siamo

Il capoluogo lombardo si prepara alle Olimpiadi Milano-Cortina: per la prima volta due città ospitano i Giochi secondo il modello di “Olimpiadi diffuse”. La sostenibilità è al centro di questo grande evento: il 90% degli impianti era già esistente e i soli interventi effettuati sono stati opere di adeguamento mirate, riducendo sprechi e impatto ambientale. Milano avrà un ruolo centrale, con il Villaggio olimpico, il Pala Santa Giulia da 16 mila posti e la conversione in pista di pattinaggio di due padiglioni della Fiera. Strutture che, al termine dei Giochi, avranno nuove destinazioni d’uso come studentato e come spazi per concerti ed eventi. Le Olimpiadi e le Paralimpiadi porteranno un indotto stimato di 10 miliardi di euro e coinvolgeranno 70 mila operatori, 18 mila volontari e due milioni di studenti in progetti educativi.

La Cop dell’Amazzonia

La Cop30 di Belém, nel cuore dell’Amazzonia, ha riportato al centro del dibattito le voci dei Paesi più vulnerabili. La Conferenza sul clima ha rilanciato cooperazione e corresponsabilità globale, con forte protagonismo di Paesi impoveriti e delle comunità indigene, che chiedono tagli più ambiziosi alle emissioni climalteranti e un aumento fondi per mitigare i danni causati dagli eventi estremi e implementare le politiche di mitigazione e adattamento. Queste ultime sono particolarmente importanti per i Paesi più esposti agli effetti del cambiamento climatico.

Suoni e immagini

Quinto centenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), genio del Rinascimento che ha reso universale il canto sacro. Palestrina sintetizzò il linguaggio polifonico rendendo chiari i testi liturgici: la sua musica, frutto di compromesso tra tradizione gregoriana e innovazioni armoniche, favorì la comprensione religiosa.

Un portfolio di fotografie di Elio Ciol (in mostra fino al 15 febbraio al Museo Diocesano di Milano) l’ampio spazio dedicato alla cultura e alle rubriche, tra cui Vita da prete che incontra, in occasione dei sessant’anni di sacerdozio, don Giuseppe Grampa, per anni direttore de Il Segno, completano un numero ricco di contributi. Un numero che, a partire dalla copertina di Lavinia Fagiuoli fino alla tavola di Paolo Castaldi, augura a tutti un Buon Natale, anche con l’opinione del mese del pedagogista Silvio Premoli, dedicata a questo tempo vissuto con lo sguardo dei bambini.

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