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Treviglio

Il secolo del «Popolo Cattolico»

Dal 31 dicembre 1921 il settimanale edito dalla parrocchia di San Martino è la voce del suo territorio, che informa alla luce della speranza cristiana. Il centenario festeggiato con un numero speciale

di Filippo Magni Direttore

16 Gennaio 2022
La prima pagina del primo numero e di quello celebrativo

Da un secolo esatto il Popolo Cattolico racconta Treviglio ai trevigliesi. Settimanale edito dalla parrocchia di San Martino (il parroco è monsignor Norberto Donghi), il Popolo è nato il 31 dicembre 1921 su impulso dell’allora prevosto monsignor Ambrogio Portaluppi. L’importante anniversario è stato festeggiato con l’uscita di un numero speciale, in edicola la scorsa settimana, che ha proposto ai lettori una carrellata di flash dei 100 anni del giornale e dunque del passato recente della città di Treviglio (provincia di Bergamo, ma Diocesi di Milano, capoluogo della Pianura bergamasca).

Trasformarsi rimanendo fedeli

Raggiungere il secolo di vita fa inevitabilmente tornare lo sguardo alle origini. E a prima vista, i primi numeri del Popolo sembrano ben diversi dal giornale che viene stampato oggi. O meglio, è più facile trovare punti di differenza che di contatto. La carta, il formato, il linguaggio, lo stile della testata, l’equilibrio tra immagini e testo, i colori, gli argomenti, il territorio di riferimento. Sono tutti cambiati, gradualmente, negli anni. Gli elementi di contatto sono rimasti due, ma credo siano quelli che contano. Il primo è una lettura della realtà che si innerva nella speranza cristiana, sempre. Il secondo è il radicamento in una comunità cittadina che ha fame di notizie, ma soprattutto alla quale piace sentirsi comunità, riunita attorno ad alcuni riconosciuti simboli cittadini: il Popolo Cattolico è certamente uno di questi. Una comunità che è cambiata, negli anni, non chiusa in se stessa, ma aperta a nuovi arrivi.

Il censimento del 1921 contava 17.825 trevigliesi. In cent’anni sono diventati quasi il doppio. Il giornale è cambiato ed è cresciuto con la città. Anche perché, rileva il sindaco di Treviglio Juri Imeri, il Popolo Cattolico «è parte vera della città, sa raccontarla ogni settimana, toccando le corde delle emozioni, mantenendo forte il legame con la comunità pastorale, facendoci rivivere la storia di Treviglio e raccontando sfaccettature che difficilmente troviamo e troveremmo su altri mezzi di comunicazione».

Filippo Magni foto Adi Zeni
Filippo Magni (foto Adi Zeni)

Raccontare la gente

Giornalista indelebilmente legato alla storia del Popolo Cattolico è Amanzio Possenti, direttore dal 1983 al 2018, primo laico a ricoprire un ruolo fino a quel momento affidato a sacerdoti. «Nessuna nostalgia – commenta Possenti, guardando al secolo del giornale – né trionfalismo, bensì ribadita valorizzazione e continuità della scelta fatta nel 1921, unita a buona volontà nell’assecondare qualità e tensione del bene comune, che sia di tutti non di qualcuno. Il compito è il medesimo: raccontare, fra errori, limiti, precisazioni e anche conferme confortanti, gioie e dolori della nostra gente, manifestando la funzione propositiva del trasmettere conoscenza per comprendere e agire».

Se il primo numero del Popolo Cattolico del 1921 presenta molte differenze con il suo erede di un secolo dopo, ci risulta davvero impossibile immaginare come sarà il Popolo Cattolico del 2121. Quale veste avrà, quali argomenti tratterà, che territorio racconterà. Su che supporto verrà letto, o guardato, o ascoltato. O in cosa si sarà trasformato. Il futuro, fortunatamente, è nelle mani della Provvidenza.

Molto più umilmente, da settimanale che ha un orizzonte di 7 giorni, se va bene mensile o al massimo annuale, manteniamo uno sguardo sul lavoro quotidiano di redazione. E seguiamo le coordinate tracciate dai fondatori: radici ben salde in via fratelli Galliari a Treviglio, sguardo al futuro, con coraggio, insieme alla comunità cittadina.