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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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14 giugno

Il postcristianesimo di Scola in un dibattito alla Bicocca

L’ultimo libro dell’Arcivescovo, edito da Marsilio, al centro di un incontro all’Università milanese organizzato dal Centro pastorale “C.M. Martini” in collaborazione con la stessa Bicocca. Nella serata di mercoledì un servizio

12 Giugno 2017

Postcristianesimo? Il malessere e le speranze dell’Occidente, l’ultimo libro del cardinale Angelo Scola, edito da Marsilio e presentato nel corso di un recente incontro alla Fondazione Corriere della sera, è al centro di un nuovo dibattito in programma mercoledì 14 giugno, alle 17, presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca (Edificio U6, Aula Magna, Piazza dell’Ateneo Nuovo 1), in un evento organizzato dal Centro pastorale “Carlo Maria Martini” in collaborazione con la stessa Bicocca.

Con l’Arcivescovo, in un dibattito moderato da Jacopo Tondelli (direttore de «Gli Stati Generali»), dialogheranno Salvatore Carrubba, giornalista e docente universitario, il filosofo Mario Vergani, Guido Veronese, psicoterapeuta in contesti di violenza e di guerra, Enrico Corno, studente di Medicina, e Lubna Ammoune, giornalista musulmana di origini siriane. Porgerà l’indirizzo di saluto il Rettore della Bicocca Cristina Messa.

L’incontro è libero (info: tel 02.64486668; centro.pastorale@unimib.it)

Nel volume Scola descrive la realtà attorno a sé e a tutti noi: il declino europeo, la tragedia dei migranti, l’incremento della povertà, lo sfruttamento ambientale, la pace minacciata, le ingiustizie che condannano intere regioni del nostro pianeta. Ma anche il declino della politica, che ormai ha smarrito l’orizzonte delle generazioni future accorciandolo fino al presente.

Cosa ha da offrire la voce del Vescovo e della Chiesa ai malesseri dell’Occidente? Scola sollecita anzitutto una “nuova laicità” nella società plurale. La crisi è diffusa dappertutto, eppure una via d’uscita c’è: superando una malintesa contrapposizione tra sacro e profano, concentrandosi sulle “cose buone da fare”, restituendo valori e certezze a un mondo sfiduciato, in cui l’economia diventa scambio di relazioni, il mercato un fatto di dinamica culturale e il compito virtuoso della religione è contenere la violenza.