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Lisbona capitale mondiale dei giovani

Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Lisbona/6

I Vescovi ai giovani: «Abbiate il coraggio di condividere per arricchirvi a vicenda»

Questo l'invito rivolto dagli ausiliari ambrosiani monsignor Giuseppe Vegezzi e monsignor Luca Raimondi, che hanno guidato la catechesi della seconda giornata rivolta a un migliaio di partecipanti alla Gmg (provenienti dalla nostra Diocesi, ma anche dal Piemonte e dalla Toscana)

di Annamaria BRACCINIda Lisbona

3 Agosto 2023
I ragazzi della Gmg nella chiesa di Sant'Ana e Joachim per la messa con mons. Raimondi

«Con-dividere: il poco di ognuno viene moltiplicato». Non c’era, forse, luogo migliore che la zona di Puerto Salvo, in cui si vede e si respira area di mare e di ulivi, a una trentina di km da Lisbona, per riflettere sul tema della II catechesi proposta ai giovani italiani. Nello specifico, a quel poco più di un migliaio, tra piemontesi ambrosiani e qualche gruppo toscano, che vivono l’esperienza catechetica e della partecipazione alla Messa sotto la guida dei vescovi ausiliari monsignor Giuseppe Vegezzi e monsignor Luca Raimondi. Quest’ultimo, impegnato a dialogare con i giovani, all’aperto, sul sagrato antico e rurale della piccola chiesa votiva seicentesca arricchita dalle tradizionali azulejus e dedicata ai santi Joaquim e Ana, mentre monsignor Vegezzi predica contemporaneamente all’interno della contigua chiesa moderna che porta lo stesso nome.

Su tutto soffia il vento impetuoso che viene dell’oceano, ma potrebbe essere anche quello dello spirito, considerato che davanti alla grande parrocchia, costruita nel 2015, veglia un’imponente statua di Giovanni Paolo II che pare invitare a prendere il largo, come il Papa oggi santo disse in una lontana Giornata mondiale.

Dopo il momento della riflessione, divisi per gruppi, ognuno di questi ultimi sceglie una parola su cui si avvia il confronto. Con Raimondi emergono i termini «condivisione, coraggio, aprirsi, autenticità».

Cambiare il mondo con coraggio

Perché il Papa ha scritto Fratelli tutti, si interroga il vescovo Luca. «Perché vuole dire che la condivisine è passata di moda e che Dio oggi è dipinto con il colore della pelle di qualcuno e non di tutti. Per questo, aggiunge, richiamando la parabola del Samaritano, «occorre essere coraggiosi, andare controcorrente seguendo Gesù che è il vero samaritano che non passa oltre, che non ha schifo delle ferite, anzi ne fa occasione per amare di più. Cristo non teme di perdere tempo, energie e denaro. Oggi bisogna avere il coraggio di essere controcorrente, di perdere tempo ed energie per gli altri. Se siete persone che imitano Cristo dovete condividere lo stile di coraggio, di chi si butta e si apre senza vergogna. Invitate, ad esempio, i vostri coetanei ad andare in chiesa», il consiglio rivolto direttamente ai ragazzi. «Ricordatevi che il cristianesimo non è una religione, ma l’imitazione di una persona e questo è difficile da mettere in pratica».

Il discorso torna anche alla valenza sociale di un impegno che i giovani possono mettere in campo costruendo un mondo più giusto secondo quella che papa Francesco definisce «amicizia sociale», quella amicizia con Cristo che ci apre alla società regolando rapporti anche politici ed economici.

La catechesi di mons. Vegezzi

Condividere per vivere con gioia

Parole cui fa eco il vescovo Vegezzi che, nell’omelia della Messa, in riferimento alla pagina di Matteo 13, Vangelo del giorno in Rito romano, affronta la questione dell’essere discepoli, nella logica già sviluppata nella sua catechesi, sempre legata al concetto di condivisione secondo le 4 tracce suggerite per la giornata: «contemplazione e cura, essere motivati, dare tempo, uscire da sé».  

«Siamo qui perché vogliamo essere noi i discepoli e il discriminante sarà quanto saremo riusciti a fare della sua Parola un nostro stile di vita. Solo così realizzeremo il Regno dei cieli, perché non sia una bella favola?  “Venga il tuo Regno” chiede che il modo di amare del Signore si realizzi adesso in noi. Il modo con cui Gesù ci vuole bene è che vuole anche la nostra vita più bella. Quando si condivide qualcosa si moltiplica. Dividiamo qualcosa, ma diventiamo più ricchi perché ci accorgiamo che doniamo un sorriso, un pezzo di pane. Così diventa realtà quello che Gesù ha detto che vi è più gioia nel dare che nel ricevere. Provare per credere, ragazzi. Io sono diventato prete perché mi sono accorto di questo alle scuole medie. Gesù è un maestro di amicizia, ce la insegna, ha lui stesso avuto degli amici, ha aperto il suo cuore ai discepoli non tenendo nascoste loro le sue fragilità, Gesù è amico perché non ci lascia mai soli e, infine, perché chiama i suoi amici e non servi. Se non torneremo alle nostre case diversi, questa Gmg non avrà dato frutto».

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