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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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La storia

«Ho toccato con mano l’amore di Dio,
mi ha cambiato la vita»

Dopo un passato da Testimone di Geova Muriel Maddalena Volpi, 36enne varesina, ha abbracciato il cristianesimo. Ha svolto il cammino di catecumenato e a Pasqua riceve il battesimo: «Ho come formato un puzzle che alla fine mi ha aperto gli occhi»

di Francesca LOZITO

29 Marzo 2015

Vive con serenità e gioia, Muriel Maddalena Volpi, il tempo di attesa del battesimo che riceverà la notte di Pasqua. «Sto vivendo un’emozione dietro l’altra – ammette -. Tutte le persone della parrocchia mi sono accanto, sanno che ho fatto questo cammino: sono davvero piena di gioia…».

Muriel vive a Varese: 36 anni, tre lavori e un’attività di volontariato. Il battesimo lo riceverà nella sua parrocchia, San Carlo. Una donna ricca di passione e di dedizione per gli altri: «Sì, assisto i malati terminali, faccio parte di “Sulle ali”, un’associazione di volontari che presta servizio nella struttura dell’hospice di Varese», spiega. E non si sottrae dal raccontare la propria storia di vita, e il cammino di conversione che l’ha portata fin qui, a un passo dal ricevere il battesimo.

«Sono cresciuta in una famiglia di Testimoni di Geova, ma sentivo che non era quello che cercavo – ricorda -. Così a 23 anni mi sono allontanata da quel mondo e per un lungo periodo sono rimasta senza un’identità spirituale». Muriel non si è avvicinata subito alla religione cattolica: «Entravo in chiesa, ma all’inizio non riuscivo a starci…».

Poi, però, la necessità di senso che aveva dentro l’ha portata ad avvicinarsi al cristianesimo: «Avevo ben chiaro che cosa stavo cercando: un Dio di amore, quello volevo trovare. Per troppo tempo avevo vissuto la religione come un insieme di imposizioni e doveri. Era un modo triste di vivere. Ma io sapevo, “sentivo” che non era così». Fondamentale, a questo punto, l’incontro con una persona che le ha fatto capire come il suo posto, quello che stava cercando, era lì, era nell’incontro con il Signore: «Da due anni ho iniziato il cammino di catecumena, seguita da un prete, da una catechista e dalla madrina. A un certo punto per me è stato naturale chiedere il battesimo».

Ha vissuto davvero in pienezza questi ultimi anni, Muriel. Li descrive cosi: «Per me sono stati come un puzzle che andava formandosi. Il cammino di catecumenato che ho fatto ha avuto un impatto fortissimo sulla mia vita: mi ha aperto gli occhi su tutto». Il centro di questa conversione, ovviamente, è stata la preghiera: «Questa strada percorsa mi ha permesso di aprire il cuore. Sentire Dio, pregare e sapere che Dio, c’è mi ha fatto sentire viva in mezzo al mondo». Una vita che rinasce, dunque. «Sì, la riscoperta di una nuova vita – ammette Muriel -. Ho toccato con mano l’amore di Dio. Ora so che c’è e che basta allungargli la mano perché lui la prenda».

Determinante il contributo di vicinanza, sostegno e amicizia di tutta la comunità che si stringerà attorno a lei la notte di Pasqua: «Vivo questa attesa davvero con il cuore in mano – prosegue -. Alla mia età vivere l’esperienza del battesimo è sapere quello che stai facendo. Lo senti, lo vivi, lo assapori. La conversione non è un cammino semplice. È un cambio di vita e va vissuto tutto, come una partenza per una seconda vita. Si può ricominciare sempre, però, non c’è limite. Si può ricominciare anche a 60 anni». E infine Muriel lancia un invito: «Anche chi viene battezzato da piccolo forse dovrebbe trovare occasioni per rinnovare il sacramento».