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La storia

Florin, il diacono permanente che mette e lascia segni

Così intende la sua professione di insegnante il 38enne Moldovan, di origini romene. La sua vocazione è nata dopo un’esperienza di educatore all’oratorio estivo. Sabato 5 novembre sarà ordinato in Duomo dall’Arcivescovo

di Ylenia Spinelli

5 Novembre 2022
Florin Moldovan

Florin Moldovan è di origini romene e con i suoi 38 anni diventerà il più giovane dei 156 diaconi ambrosiani. «Ciò testimonia la capacità della nostra Diocesi di valorizzare i giovani – afferma il candidato-, così come fanno da tempo i nostri oratori, luoghi capaci di segnare la vita di tanti ragazzi, me compreso».

Gli anni a Vimodrone

Florin è nato in Transilvania da una famiglia greco-cattolica, ma poi ha frequentato anche la parrocchia di rito latino, in cui si celebrava in romeno. Quindici anni fa, dopo un breve periodo di studi a Roma, è tornato a Vimodrone, dove in precedenza aveva vissuto l’esperienza dell’oratorio estivo. Per una decina di anni ha continuato a fare l’educatore presso l’oratorio “Pier Giorgio Frassati” della parrocchia Dio Trinità d’Amore di Vimodrone ed è qui che, pian piano, è maturata la vocazione diaconale. «Il passato, anche lontano, costruisce la nostra identità – spiega -, ma l’incontro con Cristo presente genera una vita nuova. La vocazione è frutto dell’incontro personale con Gesù nella comunità di Vimodrone, una comunità non perfetta, ma capace di accogliere e volere bene, che insieme ai suoi parroci mi ha fatto sentire prima figlio e poi pienamente membro».

In Romania Florin ricorda di aver visto un solo diacono permanente della diocesi di rito latino e lingua ungherese, ma allora non pensava al ministero.

Oggi è sposato con Mihaela, italiana di origini romene, e ha una bambina piccola, Miriam.  Da molti anni insegna religione in un istituto tecnico milanese e alla scuola media di Vimodrone. «Lo sguardo di un diacono è quello di chi intende volere bene agli alunni e a tutti, soprattutto a quelli più fragili» spiega il candidato, aggiungendo di sentirsi non tanto professore, quanto proprio insegnante, «uno che cerca di mettere e lasciare dei segni».

Non c’è una ricetta

Florin è consapevole che l’equilibrio tra famiglia, lavoro e ministero sarà da cercare tutti i giorni e per fare questo non c’è un ricettario. «Uno dei parroci di Vimodrone mi ha insegnato che le cose vanno fatte bene- aggiunge il candidato- e allora il tempo da dedicare è meno importante della qualità e dell’amore con cui si vive il servizio».

Per Moldovan il diacono esiste per ricordare a tutti che il cristianesimo è servizio. In questi anni lui ha avuto diversi stimoli e conferme per andare avanti fiducioso nella volontà di Dio. «Ho avuto varie testimonianze di persone e luoghi diocesani della carità- conclude- che incoraggiano e confermano come l’amore gratuito sia l’unica scelta conveniente per l’uomo».