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Caritas Ambrosiana

“E-state con loro”, accoglienze temporanee
di profughi in parrocchia

Un progetto che risponde all’appello dell’Arcivescovo. Nel frattempo continua la ricerca di immobili per l’accoglienza diffusa a medio lungo termine. Gualzetti: «Gli sbarchi aumenteranno: se non ci attrezziamo, sarà emergenza. Noi vogliamo fare la nostra parte. Ma anche le istituzioni devono fare la loro»

9 Giugno 2016

Spazi di accoglienza temporanei per l’estate nelle parrocchie dato l’arrivo di nuovi profughi previsto con l’aumento degli sbarchi. È il progetto “E-state con loro” cui sta lavorando Caritas Ambrosiana su mandato dell’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, che proprio nei giorni scorsi aveva sottolineato che «la concentrazione degli sbarchi e di tante morti tragiche, soprattutto di bambini, dicono che è inaccettabile ogni politica di resistenza e di chiusura» e aveva indicato che «un’accoglienza equilibrata, che punti all’integrazione come cittadini di chi vuole stabilirsi sul nostro continente, è l’unica via per battere la paura». La richiesta è stata già inviata ai parroci e un’équipe creata ad hoc da Caritas Ambrosiana sta verificando le disponibilità.

Il progetto “E-state con loro” prevede che le comunità mettano a disposizione oratori, palestre, scuole inutilizzate o sotto-utilizzate, per un periodo di tempo limitato, da giugno a settembre, e che Caritas Ambrosiana gestisca le accoglienze in convenzione con le Prefetture che insistono sul territorio della Diocesi, grazie al contributo centrale del volontariato. Al termine di questo periodo, gli ospiti verranno ricollocati all’interno della rete di accoglienza presente sul territorio e le strutture ritorneranno a essere utilizzate per le ordinarie attività.

Il modello esiste già ed è stato sperimentato in diocesi. Per esempio a Bruzzano, dove la parrocchia Beata Vergine Assunta lo scorso anno ha dato ospitalità per 39 giorni a 351 ospiti, mobilitando oltre un centinaio di volontari. L’esperienza è stata positiva e il parroco, don Paolo Selmi, è pronto a replicarla quest’anno.

Nelle intenzioni le accoglienze temporanee “E-state con loro” dovrebbero servire a dare ossigeno a un sistema che rischia di entrare in crisi già dalle prossime settimane, se gli sbarchi sulle coste del sud Italia si intensificheranno approfittando delle condizioni favorevoli del mare, come tutti gli analisti sostengono e come risulta anche dalle indicazioni che giungono dalle rete internazionale di Caritas. «Da tempo andiamo ripetendo che bisogna attrezzarci se vogliamo evitare soluzioni improvvisate decise sull’onda dell’emergenza e che poi risultano quasi sempre inefficaci e difficilmente sostenibili per il territorio, come tendopoli – sottolinea Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -. Le risposte devono venire dalle istituzioni, perché il problema di come gestire la presenza di queste persone è una questione che riguarda tutto il Paese non solo la Chiesa. Ma da cristiani riteniamo che sia giusto che anche le nostre comunità si assumano le proprie responsabilità e accettino la sfida dell’accoglienza. Non è facile, ma dobbiamo provarci».

La proposta “E-state con loro” si affianca al piano di accoglienza diffusa che Caritas Ambrosiana sta costruendo dal settembre 2015, sempre su sollecitazione dell’Arcivescovo. Anche in questo caso è centrale il ruolo delle parrocchie, ma i percorsi di accoglienza – volti non all’emergenza, ma all’inserimento – prevedono tempi molto più lunghi di permanenza degli ospiti nelle strutture.

Secondo l’ultimo censimento chiuso al 31 maggio, altre 92 parrocchie hanno dichiarato di essere interessate a partecipare al piano e quindi a essere coinvolte in accoglienza a lungo termine. Queste disponibilità andranno ora vagliate. In particolare si valuterà lo stato dell’immobile, in genere uno o più appartamenti, e i costi per un eventuale adeguamento. Inoltre si terrà in considerazione la reale capacità del contesto sociale di favorire un effettivo percorso di inserimento dei migranti. A oggi al piano di accoglienza diffusa partecipano già 35 comunità e 13 istituti religiosi che complessivamente hanno consentito di mettere a disposizione 300 nuovi posti, portando a 1500 posti suddivisi in 133 strutture, la disponibilità complessiva per l’ospitalità dei richiedenti asilo delle realtà che a vario titolo fanno riferimento alla Diocesi di Milano.

L’accoglienza di profughi all’interno di spazi (in genere appartamenti) messi a disposizione dalle parrocchie della Diocesi si inserisce formalmente nel protocollo di collaborazione tra le Caritas diocesane lombarde e le Prefetture della Lombardia per l’accoglienza delle persone soccorse nel Mediterraneo e sbarcate in Italia.

Le cooperative della Caritas, che ottengono l’assegnazione dei posti partecipando ai bandi pubblici, gestiscono l’accoglienza dei migranti secondo le regole previste dal Ministero dell’Interno. Si occupano degli adempimenti necessari alla regolarità del soggiorno e all’orientamento giuridico / legale; di garantire la copertura sanitaria; di fornire vitto, vestiario, kit igienico-sanitari; dell’insegnamento della lingua italiana.

Le parrocchie attivano i volontari per le attività di accompagnamento sociale e coinvolgono gli ospiti a loro volta in attività volontarie a servizio della comunità: ad esempio la pulizia oratorio o della chiesa. Nelle strutture che rientrano in questo piano la permanenza non è inferiore ai 24 mesi.

Con il progetto “E-state con loro”, questo sistema viene ora integrato dalle accoglienza temporanee per il periodo da giugno a settembre, basato sul contributo dei volontari e all’interno di spazi parrocchiali.