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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Esperienze

Da Turro un ponte con Aleppo

Nuova tappa del gemellaggio con la martoriata città siriana: dal 26 luglio all’1 agosto una delegazione del Decanato milanese ospite della comunità latina di padre Ibrahim Alsabagh

di Silvio MENGOTTO

24 Luglio 2017
Padre Ibrahim con don Andrea Plumari e altri parrocchiani di Precotto. Nella minigallery immagini dell'iniziativa «Aleppo più bella»

Nel corso dell’ultimo anno la parrocchia di San Michele Arcangelo a Precotto (Milano) ha vissuto con particolare partecipazione il dramma della martoriata città siriana di Aleppo, grazie al gemellaggio stretto con la comunità di padre Ibrahim Alsabagh, francescano, vicario episcopale responsabile della comunità latina di San Francisco. Un’esperienza che sta per vivere una nuova tappa: dal 26 luglio all’1 agosto, infatti, una delegazione del Decanato di Turro si recherà in visita nella comunità siriana: ne fanno parte don Luciano Angaroni e Gianni Mereghetti della parrocchia di Gesù Divin Lavoratore e don Andrea Plumari, Angelo Rosà, Paolo Canti e Matteo Bulgarini della parrocchia di San Michele Arcangelo.

Tutto è nato il 28 maggio 2016, quando padre Ibrahim fu ospite della parrocchia milanese. «Dopo la sua testimonianza abbiamo deciso di non restare indifferenti – racconta don Andrea -. Con la società sportiva dell’oratorio abbiamo disposto di dedicare parte dei soldi raccolti per la ristrutturazione degli impianti sportivi alla comunità di padre Ibrahim, per sostenere diverse necessità: la costruzione di un pozzo d’acqua, l’acquisto di medicinali e la fornitura di elettricità alle famiglie della parrocchia».

Nell’ultimo mese il centro estivo della parrocchia San Francisco ha raccolto 856 ragazzi (dai 4 ai 15 anni) di tutte le confessioni. I ragazzi hanno cantato, ballato e animato il catechismo. Nati durante la guerra, non hanno conosciuto la pace: le strade disastrate, i bombardamenti e le esplosioni per loro sono ormai la normalità. «Hanno tante ferite – riferisce padre Ibrahim -. Lo si nota dalla violenza verbale: anche i gesti che fanno sono pieni di violenza. Allora serve un punto di riferimento dove possano sentirsi al sicuro e incontrarsi tra loro, scoprire i loro talenti e farli crescere». Sabato 17 giugno, davanti alla chiesa parrocchiale, padre Ibrahim ha inaugurato «Aleppo più bella», un’iniziativa realizzata con la collaborazione del Governatore, del Sindaco, del Comune e della Chiesa latina, e concretizzatasi nella verniciatura dei bordi dei marciapiedi: la prima pennellata è stata data dalle stesse autorità. Tutti i giovani della parrocchia, insieme a uomini e donne (più di 200 persone), «armati di pennelli, secchielli e vernice – dice ancora padre Ibrahim -, con grande entusiasmo e zelo, sono andati alla conquista della città per renderla più bella».

Ora la visita dei “gemelli” milanesi. «Dal 28 al 30 luglio saremo ospiti della parrocchia di padre Ibrahim e parteciperemo alla conclusione dell’oratorio estivo – spiega don Andrea -. In questi anni i cristiani del Medio Oriente in più occasioni hanno mostrato una fede incrollabile: vogliamo imparare da loro. È la stessa fede che viviamo qui in circostanze completamente diverse, ma credo che dobbiamo abbeverarci vicendevolmente. Ogni uomo vive nella vita prove di vario genere e l’esempio dei fratelli, anche in circostanze diversissime, ci edifica». «Spero di fare foto che documentino in qualche modo la vera situazione di Aleppo – aggiunge Rosà -. Non ho idea di cosa mi aspetti, ma sono certo che le vere immagini che mi resteranno saranno quelle che porterò nel cuore, poco visualizzabili su una memory card o su una carta lucida o opaca…».

Il libro

In Un istante prima dell’alba (Terra Santa) padre Ibrahim ha descritto «come si vive ad Aleppo la tragedia della guerra, come si alimenta la speranza di un futuro quando avere speranza sembra una bestemmia. Come si ritrova il senso della vita (e della morte) in una situazione dove il male e la violenza sono insensatezza allo stato puro».