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Speciale

Il nuovo Papa è Leone XIV

Sirio 26 - 31 Maggio 2025
Radio Marconi ospiti
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Intervista

Costa: «La Chiesa di Leone XIV, casa e famiglia di Dio aperta a tutti»

Lo stile sinodale del Pontefice nell’analisi del Segretario speciale dell’assemblea che ha caratterizzato il triennio 2021-2024: «Ha già espresso il desiderio di procedere in continuità con il cammino intrapreso da papa Francesco, nel segno dell’ascolto e del dialogo per creare una vera fraternità»

di Annamaria BRACCINI

25 Maggio 2025
Papa Leone XIV riceve in udienza una delegazione della diocesi peruviana di Chiclayo di cui è stato Arcivescovo (foto Vatican Media / Sir)

Dopo l’omelia di papa Leone XIV nella Messa per l’inizio del ministero petrino, in cui ha messo in guardia dalla tentazione di essere «cavalieri solitari», molti hanno interpretato questo richiamo come una continuità con il cammino sinodale avviato da papa Francesco. Ma si tratta di una lettura corretta? «Senza dubbio – spiega padre Giacomo Costa, presidente della Fondazione culturale San Fedele e segretario speciale del Sinodo 2021-2024 -. Nell’omelia inaugurale papa Leone XIV ha richiamato la necessità di camminare insieme, in un’armonia che non annulla le differenze. Questo richiamo risuona profondamente in sintonia con il cuore della sinodalità – uno stile ecclesiale che implica corresponsabilità, ascolto reciproco e discernimento comunitario – che richiede al tempo stesso una conversione nel modo di esercitare l’autorità».

Anche su quest’ultimo aspetto il Santo Padre ha posto un accento particolare nella sua omelia…
Troppo spesso, ed erroneamente, la sinodalità è considerata come sinonimo di partecipazione: essa implica una comprensione dell’autorità non come dominio, ma come servizio alla verità, all’armonia, alla carità, valorizzando i doni che il Signore elargisce a ciascuno in una prospettiva di comunione. Sebbene papa Leone debba ancora precisare il modo in cui vorrà procedere, i termini da lui utilizzati in diversi altri discorsi – pace, ponti, dialogo, ascolto, camminare insieme – sono fortemente legati alla prospettiva sinodale. Egli ha anche esplicitamente espresso il desiderio di procedere in continuità con il processo sinodale. Per esempio, incontrando le delegazioni ecumeniche e interreligiose il 19 maggio, ha dichiarato la sua intenzione di proseguire l’impegno di papa Francesco nel promuovere il carattere sinodale della Chiesa cattolica, sviluppando forme nuove e concrete per una sinodalità sempre più intensa, anche in campo ecumenico. Questo rappresenta un segnale inequivocabile di continuità e di convinzione.

Avete indirizzato una lettera a papa Leone XIV, esprimendo gratitudine e auspicando la prosecuzione del cammino sinodale. Possiamo aspettarci che la fase attuativa, già annunciata a marzo, si estenda fino al 2028?
Sarà papa Leone, in qualità di presidente della Segreteria generale del Sinodo, a fornire indicazioni e orientamenti. In ogni caso, il Sinodo non si configura come il “programma pastorale” di un Pontefice o di un altro, ma come un processo animato dallo Spirito Santo che guida le Chiese locali e la Chiesa tutta a convertirsi e crescere come comunità missionaria. Certo, il Sinodo è stato convocato e sostenuto da papa Francesco, ma i risultati sono frutto dell’ascolto delle Chiese e del discernimento dei Pastori. Dalla fine del Sinodo nell’ottobre 2024 questi risultati sono stati poi affidati alla recezione nelle Chiese locali, e alla loro attuazione tenendo conto dei contesti e dei passi già compiuti. Parallelamente, gruppi di esperti e pastori stanno elaborando proposte da sottoporre al Papa, al fine di pervenire a scelte condivise per tutta la Chiesa. Papa Leone è chiamato ora a discernere come accompagnare e incoraggiare a sua volta questo cammino verso una Chiesa capace di ascolto, vicinanza, relazioni autentiche: una Chiesa sinodale missionaria, casa e famiglia di Dio aperta a tutti. È quanto gli sta a cuore, come ha ripetuto in questi giorni.

Padre Giacomo Costa

Nel 2023, il cardinale Prevost ha affermato che una Chiesa sinodale capace di ascoltare è anche una via per crescere nella vera fraternità cristiana. È stato questo anche il suo atteggiamento durante le due sessioni del Sinodo universale? Ha avuto modo di conoscerlo personalmente nel contesto sinodale?
Sì, ho avuto l’opportunità di conoscerlo non solo durante le due sessioni dell’Assemblea, ma anche collaborando in uno dei dieci Gruppi di studio istituiti dopo la prima sessione. In particolare abbiamo partecipato insieme al gruppo che si occupava delle modalità per rendere maggiormente sinodali i processi di nomina dei vescovi. Già in quel contesto il cardinale Prevost si è distinto per uno stile semplice e partecipato, caratterizzato da preparazione, ascolto autentico, con contributi concreti e realistici, ma al tempo stesso aperti ai cambiamenti, partendo dalla sua esperienza di Prefetto del Dicastero per i Vescovi, ma capace di valorizzare le esperienze e le riflessioni degli altri membri. Questo stesso stile “sinodale” è emerso dal modo di porsi e dalle prime parole nel suo ministero petrino. Per esempio, durante la Messa celebrata nella cripta della Basilica di San Pietro l’11 maggio, ha sottolineato la centralità dell’ascolto, mettendo in guardia dalla tentazione di chiudersi nella presunzione di possedere la verità assoluta, senza nulla da apprendere dagli altri e invitando a imparare sempre più ad ascoltare in uno spirito di dialogo. È lo stile che nelle diverse Chiese abbiamo sperimentato nella “conversazione nello Spirito” durante il cammino sinodale: un ascolto del Signore e dei compagni di strada, che mette in movimento, apre nuove prospettive, costruisce nel dialogo una comunità fraterna, per camminare insieme verso dove il Signore ci sta chiamando.

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