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Assistenza

Così la Diocesi si prende cura dei preti anziani e malati

Monsignor Ivano Valagussa, presidente dell’Opera Aiuto Fraterno, illustra l’attività della Fondazione a favore del clero in difficoltà per l’età e le condizioni di salute: «È un accompagnamento in termini economici e di vicinanza personale». Le modalità per contribuire

di Annamaria BRACCINI

12 Febbraio 2024
Preti anziani riuniti nella tradizionale giornata annuale di preghiera a Caravaggio

È grande l’attenzione che, da sempre, la Diocesi riserva ai sacerdoti anziani attraverso l’Opera Aiuto Fraterno (Oaf), nata come Associazione nel 1946 per iniziativa del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, e trasformatasi, 50 anni dopo nel 1996 con il cardinale Carlo Maria Martini, in Fondazione di diritto civile. Quali siano i suoi obiettivi lo spiega monsignor Ivano Valagussa, presidente dell’Opera e vicario episcopale per la Formazione permanente del Clero: «L’Oaf ha come suo compito e scopo di accompagnare il clero, soprattutto anziano e malato, nelle necessità che l’età e la malattia comportano. Allo stesso tempo, vi è un’attenzione specifica ai singoli presbiteri sviluppata attraverso un’équipe formata da diversi confratelli che, divisi per Zone pastorali, li aiutano ad affrontare le difficoltà di questa fase della vita».

Quanti sono i sacerdoti che attualmente state seguendo?
I preti che ricevono un sostegno per motivi di anzianità, in diverse strutture, in particolare in Rsa, sono 47. Si tratta di un accompagnamento, sia nello stare loro accanto, sia in ordine a un aiuto economico per le spese che questi ricoveri e condizioni di vita richiedono. C’è poi anche una cura verso chi rimane nelle proprie abitazioni, presso le parrocchie, sostenendo le spese per i badanti. Don Massimo Fumagalli, incaricato dall’Arcivescovo per il Clero anziano e malato, segue tutti questi preti con l’équipe dell’Oaf. L’équipe è presieduta da lui e raduna, ogni due settimane, i collaboratori operativi dell’Opera e i presbiteri che l’Arcivescovo ha nominato in ogni Zona pastorale come punto di riferimento appunto per i sacerdoti anziani e malati. Il lavoro dell’équipe consiste nel valutare e rispondere alle situazioni più critiche e nel programmare e organizzare le attività della Fondazione.
Il martedì è riservato anche agli incontri nei Decanati per presentare l’operatività dell’Oaf. Nel corso degli anni, l’attenzione della Fondazione al clero anziano o in condizioni di salute precaria si è consolidata e ampliata. In particolare, gli incontri nelle Zone pastorali e nei Decanati hanno consentito di avviare riflessioni sulla concretezza della fraternità sacerdotale e di illustrare le forme di sostegno. L’attenzione per tali presbiteri avviene nell’ambito della Formazione permanente del Clero, sfondo costante alle varie attività e iniziative di cura di ogni sacerdote, nelle più diverse situazioni e condizioni di vita. La Settimana Residenziale, che da anni in giugno è rivolta ai preti ultrasettantenni, risponde, almeno in parte, a questa esigenza.

Il Giovedì Santo tradizionalmente i sacerdoti e coloro che prendono parte alla Messa crismale in Duomo sono chiamati a dare un contributo per l’Opera Aiuto Fraterno. Ci sono altri momenti durante l’anno in cui eventualmente si può contribuire a sostenerla?
Senz’altro. La colletta della Messa crismale dice di una solidarietà del clero, in specifico di quello ambrosiano, ma tutto l’anno è però possibile sostenere le spese dell’Oaf e, talvolta, vi sono anche eredità di cui dispongono i sacerdoti medesimi, avendo anche loro usufruito dell’Opera. Lo stesso Arcivescovo, che ricorda e raccomanda la fondamentale importanza della raccolta che si realizza ogni anno nella Messa crismale, invita a non trascurare e a promuovere anche tra i fedeli la colletta da destinare all’Opera Aiuto Fraterno durante la Messa in Coena Domini nelle parrocchie.