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Conclave al via il 7 maggio

I profili e le nazionalità dei porporati che entreranno in Sistina e che chiedono il sostegno del Popolo di Dio

28 Aprile 2025
Foto Vatican Media / Sir

Mercoledì 7 maggio alle 7, nella Cappella feriale del Duomo, l’arcivescovo, mons. Mario Delpini, celebrerà la Messa “Pro eligendo Pontifice”. Diretta su Telenova (canale 18 del digitale terrestre), sul portale diocesano www.chiesadimilano.it e sul canale Youtube.com/chiesadimilano.

Da Vatican News

Il Conclave per eleggere il 267° successore di Pietro inizierà mercoledì 7 maggio. Lo ha deciso il Collegio dei cardinali, durante la quinta Congregazione generale. A dare l’annuncio ufficiale è stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, durante il briefing odierno con i giornalisti in Sala Stampa vaticana. Iniziano ora i lavori per l’allestimento della Cappella Sistina, dove nel pomeriggio del 7 maggio entreranno i cardinali, dopo la Messa Pro eligendo Pontifice presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. A guidare il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin.

Per quanto riguarda le possibilità di alloggio per i cardinali, visto che le stanze a Casa Santa Marta sono 120 e il numero dei cardinali elettori considerati quelli creati da Papa Francesco è 135, le possibilità sono varie: una di quelle è di collocare i cardinali “in eccesso” nella vecchia Santa Marta, ma informazioni più precise verranno rese note nei prossimi giorni. Nel frattempo, alcuni porporati hanno fatto sapere che ritarderanno l’arrivo a Roma per motivi di salute.

Le nazionalità

Provengono da 71 diversi Paesi dei cinque continenti i 135 cardinali elettori che entreranno in Conclave per scegliere il 267.mo Pontefice. A essere rappresentate sono 17 nazioni dell’Africa, 15 dell’America, 17 dell’Asia, 18 dell’Europa e 4 dell’Oceania. Per la prima volta hanno cardinali elettori autoctoni 12 Stati, da una parte all’altra del pianeta: da Haiti il cardinale Chibly Langlois, da Capo Verde Arlindo Furtado Gomes, dalla Repubblica Centrafricana Dieudonné Nzapalainga, dalla Papua Nuova Guinea John Ribat, dalla Malesia Sebastian Francis, dalla Svezia Anders Arborelius, dal Lussemburgo Jean-Claude Hollerich, da Timor Est Virgilio do Carmo da Silva, da Singapore William Seng Chye Goh, dal Paraguay Adalberto Martínez Flores, dal Sudan del Sud Stephen Ameyu Martin Mulla e dalla Serbia Ladislav Nemet. In totale, nella Cappella Sistina si ritroveranno 53 cardinali europei, 37 americani (16 America del Nord, 4 America Centrale, 17 America del Sud), 23 asiatici, 18 africani e 4 oceaniani.

Gli elettori creati dagli ultimi tre Pontefici

Il cardinale elettore più giovane è l’australiano Mikola Bychok, 45 anni, il più anziano lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, 79 anni. I più numerosi sono i nati nel 1947, se ne contano 13 fra quanti esprimeranno il loro voto, con 78 anni compiuti o da compiere. Soltanto il cardinale Baldo Reina è del 1970, compirà 55 anni il 26 novembre prossimo. E non hanno coetanei nemmeno i cardinali Leo Frank, del 1971, e Rolandas Makrickas, del 1972. Veterani del Conclave i 5 cardinali creati da Giovanni Paolo II, il francese Philippe Barbarin, il croato Josip Bozanić, l’ungherese Péter Erdő, dalla Bosnia ed Erzegovina Vinco Pulić e dal Ghana Peter Turkson. Sono, invece, 22 gli elettori che hanno ricevuto la berretta cardinalizia da Benedetto XVI e 108 quelli che la indossano per volere di Francesco.

I cardinali religiosi

Degli elettori, poi, fanno parte 33 cardinali di 18 famiglie religiose; sono in numero maggiore i salesiani, 5 (Charles Maung Bo, Virgilio Do Carmo da Silva, Ángel Fernández Artime, Cristóbal López Romero, Daniel Sturla Berhouet), sono 4 sia i consacrati dell’Ordine dei frati minori (Luis Cabrera Herrera, Pierbattista Pizzaballa, Jaime Spengler e Leonardo Steiner), sia i gesuiti (Stephen Chow Sau-yan, Micheal Czerny, Jean-Claude Höllerich e Ángel Rossi), mentre i francescani conventuali sono 3 (François-Xavier Bustillo, Mauro Gambetti e Dominique Mathieu). Nella Cappella Sistina esprimeranno il loro voto pure 2 redentoristi (Mykola Bychok e Joseph Tobin) e 2 verbiti (Tarcisio Kikuchu e Ladislav Nemet), e inoltre l’agostiniano Robert Prevost, il cappuccino Fridolin Ambongo Besungu, il carmelitano scalzo Anders Arborelius, il cistercense Orani João Tempesta, il clarettiano Vicente Bokalic Iglic, Gérald Lacroix dell’Istituto secolare Pio X, il lazzarista Berhaneyesus Demerew Souraphiel, il missionario della Consolata Giorgio Marengo, il missionario del Sacro Cuore di Gesù John Ribat, lo scalabriniano Fabio Baggio e lo spiritano Dieudonné Nzapalainga.

Cosa stabilisce il Codice di diritto canonico

Il canone 349 del Codice di diritto canonico specifica che i cardinali «costituiscono un Collegio peculiare cui spetta provvedere all’elezione del Romano Pontefice» e aggiunge che i porporati «assistono» il Papa «sia agendo collegialmente quando sono convocati insieme per trattare le questioni di maggiore importanza, sia come singoli, cioè nei diversi uffici ricoperti prestandogli la loro opera nella cura soprattutto quotidiana della Chiesa universale». È, poi, la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis a stabilire che eleggono il Successore di Pietro i cardinali che, prima del giorno della morte del Papa «o del giorno in cui la Sede Apostolica resti vacante», non abbiano compiuto 80 anni, per questo si distinguono cardinali elettori e non elettori. A oggi il Collegio cardinalizio è costituito in totale da 252 cardinali, di cui 135 elettori e 117 non elettori.

Le preghiere

In una nota il Collegio dei cardinali chiede il sostegno della preghiera del Popolo di Dio. I cardinali, «coscienti della responsabilità a cui sono chiamati», ricordano che la preghiera è «la vera forza che nella Chiesa favorisce l’unità di tutte le membra nell’unico Corpo di Cristo». «Di fronte alla grandezza del compito imminente e alle urgenze dei tempi presenti, è prima di tutto necessario farsi strumenti umili dell’infinita Sapienza e Provvidenza del Padre Celeste, nella docilità all’azione dello Spirito Santo». Proprio lo Spirito, «il protagonista della vita del Popolo di Dio», è «Colui che dobbiamo ascoltare, accogliendo ciò che dice alla Chiesa». La nota termina con la raccomandazione a Maria perché «accompagni questa corale invocazione con la Sua materna intercessione».

Il Vicario generale rende note le indicazioni liturgiche da seguire in questo periodo e i testi per la preghiera per e dopo l’elezione del nuovo Papa (vedi a questa pagina).

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