Una storia che affonda le proprie radici nei primi decenni del secolo scorso, iniziata nel 1920 su ispirazione del beato cardinale Andrea Carlo Ferrari, e centrata sull’apostolato sociale in un periodo di gravi tensioni politiche che portarono al potere il regime fascista. È la vicenda della Compagnia di San Paolo, di cui monsignor Carlo Azzimonti, Moderator Curiae, segue oggi l’attività nella sua veste prima di commissario e ora di delegato della Santa Sede per le questioni economiche e amministrative e legale rappresentante.
Quale fu l’idea originaria?
La Compagnia venne fondata da don Giovanni Rossi, segretario del cardinale Ferrari, arcivescovo di Milano, che riunì intorno a sé un gruppo di laici, donne e uomini, già impegnati nell’apostolato. L’obiettivo era quello di costituire un nucleo di evangelizzatori che potessero dare forza alla presenza dei cristiani nei diversi mondi della cultura, della carità e, appunto, dell’evangelizzazione. Quando la Compagnia si diffuse al di fuori della Diocesi, prima a Parigi, già negli anni Venti, poi a Gerusalemme e in Argentina, ovviamente non poteva più giuridicamente rimanere soggetta al Vescovo di Milano, e quindi divenne un istituto religioso, seppure atipico, riconosciuto dalla Santa Sede. Tale riconoscimento, tuttavia, limitò in parte la sua originalità finché, nel 1950, con la nascita degli Istituti secolari, la Compagnia divenne il primo Istituto secolare di Diritto Pontificio.
E da allora come proseguì la storia?
I Paolini e Paoline hanno continuato le loro attività, anche se a volte con fatiche dovute a problemi interni dialettici – già negli anni Quaranta vi fu un commissariamento – e alla nota vicenda, intorno al 1995, del tracollo finanziario dovuto alla all’acquisto di una compagnia aerea. Ma la Compagnia si è sempre risollevata, operando nell’ambito sociale, dell’assistenza, dell’evangelizzazione e con i pellegrinaggi che, nei decenni, hanno accompagnato migliaia e migliaia di pellegrini in Terra Santa e nei principali santuari mariani come Lourdes e Fatima. Oggi la Compagnia è composta da 34 persone, prevalentemente laici presenti in Italia e in Cile, con un piccolo nucleo in Argentina a cui si sono aggiunti sacerdoti più giovani negli Stati Uniti e in Brasile. Vi è anche una presenza di presbiteri in Italia. Attualmente la Compagnia è costituita da due sezioni: una laicale (uomini e donne) e una di sacerdoti. Essendo un Istituto secolare, i sacerdoti che oggi entrano nella Compagnia di San Paolo sono tutti preti diocesani che al ministero affidato loro dal Vescovo uniscono l’assunzione del carisma e la professione dei voti di povertà, castità, obbedienza, incorporandosi così nella Compagnia. Alcuni sacerdoti italiani ordinati nel passato sono ancora invece incardinati nell’Istituto, ma sono una minoranza. Le nuove costituzioni della CSP sono state approvate dalla Congregazione per gli istituti di Vita consacrata e le Società di vita Apostolica il 14 settembre 2012.
A Milano dove è presente la Compagnia?
Nel tempo da essa sono nate alcune iniziative che hanno assunto il loro carisma dalla Compagnia e dai fondatori. Una di queste è l’Opera Cardinal Ferrari – dove vi è un sacerdote paolino come assistente spirituale – e, poi, vi sono le realtà presenti presso Villa Clerici (zona Niguarda) con la Casa di Redenzione sociale, nata negli anni Trenta per il reinserimento dei carcerati e oggi sede della Compagnia, avendo anche la proprietà della Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei. Sempre a Villa Clerici si trova anche un Centro psicopedagogico diurno. In questi presidi non vi sono sacerdoti paolini direttamente impegnati, ma il carisma ispiratore originario è della Compagnia.



