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«Canto ambrosiano, un patrimonio unico»

Nominato dalla Veneranda Fabbrica, Alberto Sala è il nuovo maestro della Cappella musicale: «Il mio impegno sarà mantenerlo vivo e attingere all’archivio della Cappella con ciò che hanno scritto i diversi maestri»

di Annamaria BRACCINI

12 Settembre 2025
Alberto Sala

Alberto Sala è nato a Monza nel 1974, ha compiuto gli studi musicali presso il Pontificio Istituto ambrosiano di musica sacra di Milano, conseguendo il Magistero in Canto gregoriano; presso il Conservatorio Cantelli di Novara, ottenendo il Diploma accademico di II livello in Organo e in Musica sacra con il massimo dei voti, lode e menzione. Presso il Pontificio Istituto di musica sacra di Roma ha conseguito il Post gradum in Organo.

Effettua tournée in Italia e all’estero (Svizzera, Belgio, Germania, Usa, Francia, Israele) e ha al suo attivo numerose composizioni a uso liturgico. Già organista titolare del Duomo di Novara (dal 1999 al 2025), è direttore del gruppo vocale Cantores Graduales della Cattedrale novarese, ma l’ambrosianità gli è rimasta sempre nel cuore. Infatti è il nuovo maestro della Cappella musicale del Duomo di Milano, recentemente nominato dalla Veneranda Fabbrica. È anche docente dei corsi di Innodia, Composizione sacra e Improvvisazione organistica presso il Pontificio Istituto ambrosiano di musica sacra di Milano, oltre che, dal 2023, di Improvvisazione organistica nel Corso di perfezionamento liturgico-musicale promosso dalla Cei, a cura dell’Ufficio Liturgico nazionale.

«Il primo sentimento che ho sentito ricoprendo questo incarico – spiega Sala – è quello del senso di responsabilità, per la gioia di essere stato chiamato a un ruolo così importante e prestigioso. Basta aprire un libro di storia o di musica per sapere cosa sia la Cappella musicale del Duomo di Milano, la più antica istituzione culturale della città, attiva ininterrottamente dal 1402».

Il solenne pontificale dell’8 settembre, inizio dell’anno pastorale, è stato un inizio anche per lei che pure ha già diretto in Duomo. Il programma musicale è molto articolato…
Sì. Mi piace mantenere viva quella unicità della Chiesa di Milano che è il canto ambrosiano. E, poi, sicuramente attingere all’archivio della Cappella musicale con ciò che hanno scritto i diversi maestri di Cappella, proprio per mantenere la tradizione milanese. Infatti, mi sembra di particolare interesse recuperare i manoscritti che sono depositati in archivio. Ricordo che, nel contratto del maestro di Cappella, è esplicitamente richiesto che vengano scritte delle composizioni e che siano conservate in archivio. Come è ovvio, non dimentico le novità.

Quanti cantori dirige e coordina?
Venticinque cantori sono adulti. Spesso molti sono ex ragazzi cantori, e questo è bello, perché indica una continuità. Ciò mi conferma, nell’idea della rilevanza della formazione da approfondire attraverso un percorso che parte dalle scuole elementari, fino alle scuole medie e per il prosieguo della vita. I ragazzi sono, invece, circa una trentina.

C’è già qualche primo progetto che ha in mente per il futuro o è ancora presto?
È presto, perché sono ancora in un periodo di ambientamento e di conoscenza. Però certamente, come dicevo, mi piace mantenere anzitutto viva la particolarità del canto ambrosiano e riprendere molto di quanto giace in archivio.