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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Caritas Ambrosiana

Baranzate, dal pacco viveri all’Emporio della Solidarietà

Gualzetti: «La ricostruzione post covid inizia, ora tirando fuori gli impoveriti dalle macerie sotto cui sono finiti». Don Steffano: «Guardiamo al futuro, oltre l’assistenza»

18 Marzo 2021
Un Emporio della solidarietà

A un anno dall’inizio della pandemia, Caritas Ambrosiana apre a Baranzate, alle porte di Milano, un nuovo Emporio della Solidarietà. Il minimarket solidale è il secondo in 12 mesi promosso dall’ente caritativo e porta complessivamente a 11 il numero di questi dispensari alimentari presenti nella Diocesi di Milano.

«In questo anno abbiamo deciso di investire i nostri sforzi su queste strutture che, a differenza di altri sistemi di distribuzione di aiuti, consentono alle persone in difficoltà di scegliere, come in un normale negozio di alimentari, quello che vogliono – osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -. Inoltre chi lo desidera, può anche contribuire come volontario alla gestione stessa dell’emporio. Possibilità di scelta, autonomia e coinvolgimento non sono dettagli secondari, ma fanno la differenza tra l’assistenza e la promozione umana: rispettare la dignità delle persone che chiedono è la premessa affinché chi è finito sotto le macerie di questo terremoto non si perda d’animo e trovi la forza per tirarsi fuori. La ricostruzione post Covid deve iniziare già adesso e non può prescindere da un aiuto che non mortifica».

Collocato in un ex capannone industriale oggi spazio InOltre in via Fiume nel cuore di Baranzate, acquistato nel 2018 dall’Associazione La Rotonda grazie a una donazione personale di Diana Bracco, il nuovo Emporio ha cominciato a funzionare all’inizio di questa settimana. Come negli altri dispensari alimentari, volontari e operatori offrono questo servizio essenziale nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria: distanziamento sociale, uso delle mascherine e dei gel igienizzanti. Gli utenti provengo dal comune, noto per la sua alta percentuale di cittadini di origine straniera, da Bollate e dagli altri centri del decanato. Ma anche dal territorio circostante, compreso il confinante quartiere di Quarto Oggiaro, a nord di Milano, che è sprovvisto di questo servizio. 

«È noto che la crisi abbia colpito più duramente proprio chi stava peggio. Noi ne siamo stati testimoni in questi mesi – spiega don Paolo Steffano, parroco di Baranzate -. Tantissime persone sono sprofondate nella povertà e hanno bussato in parrocchia. Noi le abbiamo aiutate, aumentando il numero di pacchi alimentari e avremmo potuto continuare a farlo. Invece abbiamo preferito scegliere un altro modello che supera la semplice assistenza. E mi pare significativo che questo nuovo approccio trovi una piena concretizzazione proprio da noi e in questo momento, in cui nonostante le nuove limitazioni, si cerca di guardare anche oltre, al futuro».

Gli Empori della Solidarietà si sono rivelati una formidabile rete di protezione in tempi di pandemia. Operativi anche durante il lockdown e durate i blocchi previsti dal regime delle zone, in quanto servizi essenziali, i minimarket e le botteghe solidali hanno aiutato dall’inizio dell’emergenza sanitaria 18.249 persone delle quali 8.883 solo nell’area metropolitana milanese affiancando i centri di ascolto delle parrocchie. Complessivamente dal mese di marzo il dispositivo alimentare di Caritas Ambrosiana ha raggiunto su tutto il territorio della Diocesi 33.897 persone, di cui il 26,46% minorenni.

Che cosa sono gli Empori

Gli Empori della Solidarietà sembrano tanti piccoli supermercati. E all’apparenza in effetti paiono semplici negozi. Gli utenti scelgono la merce, riempiono il carrello e passano alla cassa. Ma è solo un’impressione. La realtà è completamente diversa perché il principio su cui si fondano questi negozi è il dono e il mezzo di scambio è la solidarietà.

I prodotti che si trovano sugli scaffali degli Empori sono tecnicamente eccedenze alimentari vale a dire cibo adatto al consumo ma che per varie ragioni non viene venduto. La legge contro lo spreco alimentare oggi permette di donare le eccedenze a enti in grado di ridistribuirle alle persone in difficoltà. In questo modo cibo sano che sarebbe destinato a essere sprecato viene recupero e offerto alle famiglie in difficoltà. Il meccanismo con il quale avviene la ridistribuzione si basa sullo stato di bisogno delle famiglie. Secondo il numero di componenti e il reddito complessivo ad ogni famiglia è attribuita una tessera con un certo numero di punti. Sono i punti la sola moneta che circola negli Empori. Ed è con questi punti che gli utenti pagano quello che hanno scelto.

Oltre che a Baranzate gli Empori della Solidarietà sono presenti a Milano nei quartieri di Niguarda, Lambrate e Barona, a Cesano Boscone (Mi) Garbagnate Milanese (Mi) San Giuliano Milanese (Mi) e Rho (Mi), Varese e Saronno (Va), a Molteno (Lc)