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Commiato

Amare la Chiesa e studiare la sua storia con coraggio e passione

Nella sede dell’Archivio Storico Diocesano di Milano si è svolta la serata di ringraziamento per i 38 anni di direzione di monsignor Bruno Maria Bosatra 

di Annamaria BRACCINI

16 Dicembre 2023

Una serata da ricordare, con uno sguardo rivolto al passato – nella riconoscenza a monsignor Bruno Maria Bosatra che, dopo 38 anni, lascia l’incarico di direttore dell’Archivio Storico Diocesano – e la volontà di proseguire con rinnovato slancio e impegno. È stata quella che la realtà dell’Archivio, le persone che ci lavorano, i volontari, gli studiosi, i tanti amici e cultori della storia locale, hanno vissuto con la presenza dell’Arcivescovo, del Moderator Curiae, monsignor Carlo Azzimonti e del vicario episcopale, monsignor Luca Bressan.

A introdurre il momento celebrativo è stato l’attuale direttore, monsignor Virginio Pontiggia (chiamato alla guida dell’ASD dal vescovo Delpini il primo aprile scorso) che ha richiamato il senso dell’incontro tramite quattro verbi, «ringraziare, far conoscere, lanciare e rilanciare».

L’intervento del direttore

«Vogliamo ringraziare monsignor Bosatra, che ha curato, in particolare, proprio la collocazione in questa nuova sede di tutta la massa dei documenti archivistici». Dapprima l’Archivio aveva sede in Curia, poi, nel 1985, fu trasferito nella allora non più officiata Basilica di Santo Stefano in Brolo, come sede provvisoria e non certo agevole. Il 28 giugno 2002 fu il cardinal Martini a inaugurare il nuovo edificio su cinque piani progettato dall’architetto di fama internazionale Robert Sennhauser. 

«Grazie», ha continuato don Pontiggia, per una direzione portata avanti per quasi 40 anni «con tanta passione e precisione», come attesta la profonda conoscenza di ogni sezione dell’Archivio da parte di monsignor Bosatra e la sua «passione per le cosiddette “Carte ritrovate”, che sono disseminate nei vari volumi della Collana “Ricerche storiche sulla Chiesa ambrosiana” di cui oggi viene presentato il volume XLI, che rappresenta il numero dell’anno 2023 ed è dedicato a lui».

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Negli auspici del direttore c’è il desiderio di divulgare le attività dell’ASD, magari con il «miglioramento della nostra pagina all’interno del Portale della Diocesi», e il rilancio delle due Collane che l’Archivio attualmente pubblica: “Ricerche storiche sulla Chiesa ambrosiana” e la nuova “Studi storici sulla Chiesa ambrosiana”, di cui sono stati pubblicati i primi tre volumi a cura di don Umberto Dell’Orto sul clero ambrosiano tra Sei e Settecento.

Le pubblicazioni dell’Archivio

Per definire la vicenda storico-critica delle due riviste, anche dal punto di vista dei temi e contenuti trattati nel tempo, ha preso la parola l’archivista Fabrizio Pagani. «Il 7 dicembre 1970 usciva il primo volume delle “Ricerche storiche”, di cui per 25 anni monsignor Cattaneo fu animatore convinto, trovando nel cardinale Giovanni Colombo un autorevole promotore. Dopo una parentesi di una decina di anni, la Collana ha ripreso con la direzione di monsignor Bruno Bosatra e monsignor Marco Navoni – attualmente prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana – a rappresentare le due Istituzioni culturali della Diocesi che, per tradizione e vocazione, sono la palestra degli studi della nostra storia. Nel 2000, per volere del cardinale Carlo Maria Martini, la Collana ha ripreso vita, dando spazio a giovani laureati e a cultori di storia locale per permettere uno sbocco editoriale a ricerche altrimenti destinate a restare sconosciute».

Alcuni anni fa monsignor Bressan chiese di dare vita anche a una Collana parallela di studi al fine di offrire maggiore visibilità all’Archivio. Ne sono nati gli “Studi storici sulla Chiesa ambrosiana” che si connotano con un carattere di studio monografico, di cui sono editi i primi tre ponderosi volumi di don Umberto Dell’Orto, “La diocesi di Milano e il suo clero mai visti così. A un secolo dall’episcopato di Carlo Borromeo”. Pubblicazioni che contengono approfondimenti degli apparati storici sul tema in oggetto, rinvenuti nell’archivio documentale custodito nell’ASD.

Immaginazione, coraggio, passione

Archivio definito da monsignor Bressan, «tesoro e luogo in cui investire, con immaginazione, coraggio e passione. Anzitutto l’immaginazione ha permesso il passaggio attraverso diverse sedi, fino al bellissimo immobile in cui ci troviamo, dicendoci che effettivamente il passato nutre il futuro».

Senza dimenticare il coraggio di affrontare le sfide, non solo con una «sinodalità orizzontale, ma verticale e storica, come ha ricordato il cardinale Christoph Schönborn nel recente Sinodo. L’Archivio deve, quindi, diventare fonte sorgiva per rileggere il passato di fronte alle grandi scelte di una Chiesa che sta nella storia e che perciò cambia».

Terzo, la passione. «Qui», ha concluso il Vicario episcopale, «ci sono vite dedicate che studiano altre vite dedicate e questo vale per i preti e i laici che si impegnano in Archivio e per i volontari. Nemmeno una goccia di questo operato viene dispersa e questo bene lo racconta la giornata in cui si festeggia monsignor Bosatra e facciamo gli auguri a monsignor Pontiggia».

Dopo il breve saluto appunto di monsignor Bosatra che, ricordando alcune delle sue “scoperte” archivistiche, ha detto semplicemente «Qui ho agito da prete», le parole dell’Arcivescovo hanno suggellato la serata, conclusasi con un momento conviviale. 

Le parole dell’Arcivescovo

«Amare la Chiesa vuole dire dedicarsi alle persone, accompagnarle nel loro cammino, ma significa anche amare la storia della Chiesa, conoscerne la missione. Raccontare la santità, il peccato, la vita concreta di un territorio. In un Archivio si ama la Chiesa comprendendovi anche il soffrire, il faticare, il fare sacrifici per questa storia con disciplina di lavoro, arrivando dallo studio anche alla scrittura, entrando in epoche e vicende politiche e sociali complesse. La Chiesa merita l’amore che le portiamo, anche negli errori e nei momenti difficili: amarla è avere stima del suo passato, del presente e del futuro. Ed è anche difenderla dai luoghi comuni, dimostrando che questi non hanno riscontro nei documenti. Di don Bruno Maria Bosatra – mio compagno di Ordinazione sacerdotale nel 1975 così come monsignor Virginio Pontiggia – si può dire solo una cosa: che è un uomo che ha amato la Chiesa».    

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