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Speciale

Il nuovo Papa è Leone XIV

Sirio 8 - 14 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
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Intervista

Agnesi: «Leone XIV, un Papa per una Chiesa capace di abbracciare tutti»

L’auspicio alla pace, l’invito a camminare insieme per trovare la propria vocazione, il richiamo alla sinodalità: i concetti emersi dai primi interventi pubblici del nuovo Pontefice nell’analisi del Vicario generale

di Annamaria BRACCINI

12 Maggio 2025
Leone XIV

«Una scelta bella e interessante, come interessante mi è parso il modo con cui il Papa, fin dalle sue prime parole, ha sintetizzato il suo invito e il suo auspicio di pace, nella ricerca di costruire ponti con le persone che stanno soffrendo situazioni gravi legate alla guerra e alla violenza. Certamente, si tratta della ripresa di uno sguardo di cura nel nome di Gesù e di ciò che rende più umana la vita delle donne e degli uomini». Sono questi i sentimenti che esprime il Vicario generale, monsignor Franco Agnesi, dopo l’elezione di papa Leone XIV al Soglio di Pietro.

Questo appello del neo Papa è stato certamente molto umano, con un richiamo terreno alle tragedie che insanguinano il mondo, ma con lo sguardo rivolto al Signore, colui che ci permette di essere fratelli e di vivere in pace…
Sì. Il suo primo saluto e la benedizione sono un invito a camminare insieme, ma per ciascuno di noi, anche a trovare quella vocazione a essere discepoli e missionari che è insita in ogni vita. Qui trovo un’eco del cammino compiuto con papa Francesco e di quello delle moltissime Chiese che stanno percorrendo i sentieri della sinodalità. Vedo un incoraggiamento per chi, nonostante tutto, cerca di segnare la strada attraverso luoghi di incontro, di pace, costruendo, come dicevo, ponti. Mi pare che in un invito a non avere paura, ad avere coraggio, risuoni anche un incoraggiamento alla nostra Chiesa, così come fummo incoraggiati da san Giovanni Paolo II. Un invito alla fiducia nel Signore Gesù, nell’attesa della sua venuta e, insieme, a costruire ciò che in qualche modo può dare maggiore fiducia nella vita di ogni giorno. Sono state parole un poco emozionate, quelle di Leone XIV, ma il cui significato è chiarissimo.

Un primo Pontefice agostiniano, un missionario, ma anche un uomo della Curia romana, americano, ma di origine franco-spagnola e vissuto tanto in Perù. Possiamo dire che Leone XIV incarna nella sua stessa persona l’universalità della Chiesa?
Certamente. In questa immagine c’è la cifra della cattolicità: dagli Stati Uniti d’America ai Paesi dell’America Latina, alle missioni, al cuore del Vaticano, fino alla ricerca di creare legami nella Chiesa universale. Forse anche in questo possiamo leggere un insegnamento a farci carico delle nostre paure occidentali, a riconoscere che ci stiamo ripiegando su noi stessi, spesso, pensando di salvarci da soli. In tale senso, il richiamo forte alla Chiesa universale è un segno veramente prezioso. Così come la bellissima frase di sant’Agostino che il Papa ha ricordato: «Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo».

Una bella sintesi anche questa…
Forse una delle più belle, che vale anche per noi vescovi, per i preti, per tanta gente che vive la fede non solo per sé, ma anche a favore degli altri. «Con voi» dice che c’è una comunione che ci precede, ma «per voi» spiega che abbiamo ciascuno un dono da portare. Questo mi ha molto commosso. E, poi, da un gesuita siamo passati a un agostiniano, a dire di quanti carismi è fatta la Chiesa…

Vi è stato anche il riferimento esplicito alla sinodalità da parte del Papa che, da cardinale, aveva detto: «Essere una Chiesa sinodale che sa ascoltare tutti, è la via non solo per vivere personalmente la fede, ma anche per crescere nella vera fraternità cristiana». Un cammino che prosegue, dunque?
Anche questo contesto è particolarmente indicativo e credo che permetta alle diverse Chiese di sentirsi confermate nel percorso del Sinodo. Chiese come la nostra che ha intrapreso con entusiasmo la via sinodale, con i Gruppi Barnaba, le Assemblee sinodali decanali, l’apertura alla ricchezza territoriale, la conoscenza tra diverse realtà. Un profilo che parla anche della Chiesa dalle genti, dell’essere insieme a costruire il Regno, ognuno con i suoi carismi, la sua tradizione, la sua esistenza personale, comunitaria e sociale. Con le gioie e i dolori quotidiani, come è accaduto in questi giorni con la morte di papa Francesco e l’elezione di papa Leone XIV. È la Chiesa che attraversa i secoli, che non si spaventa, che va avanti, che – come ha detto più volte l’Arcivescovo – non si ferma al lamento o alle chiacchiere, ma sa guardare all’essenziale, lasciandosi guidare dal suo Signore. Con una missione, appunto, capace di abbracciare tutti, di parlare diverse lingue, ma tutte legate dall’annuncio del Vangelo che interpreta la storia umana, con uno sguardo preveggente come è stato evidente in questo passaggio epocale di Pontificato.