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Biografia (6)

San Carlo: la riforma del clero per rinnovare la vita diocesana

di Marco NAVONI Redazione Diocesi

11 Ottobre 2010

San Carlo era convinto che per attuare una fruttuosa riforma nella vita diocesana fosse necessario cominciare dalla riforma del clero. E il primo punto fu la sua formazione umana, spirituale e culturale. Prima del Concilio di Trento la preparazione del clero era molto approssimativa e molti preti vivevano nell’ignoranza e talvolta nell’immoralità. Il primo rimedio fu quello di istituire una rete di seminari, dove gli aspiranti al sacerdozio avessero la possibilità di una preparazione seria e rigorosa, sia dal punto di vista spirituale, sia dal punto di vista culturale, con un programma di vita ordinato e un piano di studi letterario e teologico ben preciso. Ed è sempre all’interno del suo progetto di riforma del clero che dobbiamo inserire anche la fondazione della congregazione degli oblati: erano (e sono) sacerdoti diocesani che si legavano direttamente all’Arcivescovo con un voto di obbedienza e la disponibilità piena ad assumere incarichi di emergenza o mansioni particolarmente delicate, rinunciando a ogni forma di privilegio o di esenzione. Concezione precorritrice dell’attuale idea di dedicazione del prete alla Chiesa locale nel segno della diocesanità. San Carlo era convinto che per attuare una fruttuosa riforma nella vita diocesana fosse necessario cominciare dalla riforma del clero. E il primo punto fu la sua formazione umana, spirituale e culturale. Prima del Concilio di Trento la preparazione del clero era molto approssimativa e molti preti vivevano nell’ignoranza e talvolta nell’immoralità. Il primo rimedio fu quello di istituire una rete di seminari, dove gli aspiranti al sacerdozio avessero la possibilità di una preparazione seria e rigorosa, sia dal punto di vista spirituale, sia dal punto di vista culturale, con un programma di vita ordinato e un piano di studi letterario e teologico ben preciso. Ed è sempre all’interno del suo progetto di riforma del clero che dobbiamo inserire anche la fondazione della congregazione degli oblati: erano (e sono) sacerdoti diocesani che si legavano direttamente all’Arcivescovo con un voto di obbedienza e la disponibilità piena ad assumere incarichi di emergenza o mansioni particolarmente delicate, rinunciando a ogni forma di privilegio o di esenzione. Concezione precorritrice dell’attuale idea di dedicazione del prete alla Chiesa locale nel segno della diocesanità. – – LE PUNTATE PRECEDENTI () – (1) La carriera ecclesiasticadel giovane san Carlo – (2) La conversione – (3) Un vescovo in mezzo al suo popolo – (4) Visite pastorali, la vita stessa del Vescovo – (5) I Sinodi e i Concili – (6) La riforma del clero – (7) L’attività caritativa di un vero padre dei poveri – (8) Ascesi e morte: «Un gran lume si è spento»