Share

Dopo i restauri

Rimesso a nuovo il cortile del Palazzo arcivescovile

22 Giugno 2010

Martedì 29 giugno, alle 17.45, in apertura dell’incontro per la presentazione del libro del cardinale Dionigi Tettamanzi Scelte evangeliche del prete oggi, in Curia si terrà una presentazione del cortile del Palazzo arcivescovile di Milano dopo i recenti lavori di recupero.
Il restauro è stato promosso grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo. Il progetto è stato curato dagli architetti Navone e Sganzerla. Con questo restauro il Palazzo Arcivescovile ha compiuto il ripristino della sua architettura cinquecentesca, così come era avvenuto due anni prima per il cortile del Palazzo dei Canonici, esempio sublime di architettura lombarda del XVI secolo.
Il restauro ha avuto l’importante rinvenimento delle antiche facciate delle case a torre di età medievale che erano state cancellate dall’intervento cinquecentesco dalla posa dei grandi finestroni in ceppo. Gli intonaci sono in calce appositamente preparati in un’antica fornace che ha recuperato queste tecniche. Le nuove cromie al posto del giallo hanno ritrovato i rapporti tra l’intonaco bianco e le pietre dei decori architettonici, così come era negli edifici cinquecenteschi. Esempi simili a Milano li ritroviamo a Palazzo Reale e al Teatro alla Scala. È stata ritrovata all’ultimo piano parte di una finestra decorata ad affresco con motivi geometrici: losanghe nei colori bianchi rossi e neri.
Con il restauro si è ripristinato lo scalone monumentale di accesso agli appartamenti arcivescovili, recuperando la cromia dei gradini in granito di Baveno. Contemporaneamente sono state ripulite e restaurate le due grandi statue raffiguranti San Carlo e Sant’Ambrogio che avevano subito danni a causa del tempo e della fragilità propria del materiale impiegato per la loro costruzione. Una piccola statua raffigurante Maria Vergine, cara al Beato Cardinale Schuster, ha avuto un intervento di restauro che ne ha riportato l’originaria leggibilità nella sua leggera pietra in arenaria.
Il cantiere è durato un po’ più di un anno a causa del freddo inverno che ha impedito ai restauratori di intervenire sugli intonaci e sulle statue a causa del gelo. Martedì 29 giugno, alle 17.45, in apertura dell’incontro per la presentazione del libro del cardinale Dionigi Tettamanzi Scelte evangeliche del prete oggi, in Curia si terrà una presentazione del cortile del Palazzo arcivescovile di Milano dopo i recenti lavori di recupero.Il restauro è stato promosso grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo. Il progetto è stato curato dagli architetti Navone e Sganzerla. Con questo restauro il Palazzo Arcivescovile ha compiuto il ripristino della sua architettura cinquecentesca, così come era avvenuto due anni prima per il cortile del Palazzo dei Canonici, esempio sublime di architettura lombarda del XVI secolo.Il restauro ha avuto l’importante rinvenimento delle antiche facciate delle case a torre di età medievale che erano state cancellate dall’intervento cinquecentesco dalla posa dei grandi finestroni in ceppo. Gli intonaci sono in calce appositamente preparati in un’antica fornace che ha recuperato queste tecniche. Le nuove cromie al posto del giallo hanno ritrovato i rapporti tra l’intonaco bianco e le pietre dei decori architettonici, così come era negli edifici cinquecenteschi. Esempi simili a Milano li ritroviamo a Palazzo Reale e al Teatro alla Scala. È stata ritrovata all’ultimo piano parte di una finestra decorata ad affresco con motivi geometrici: losanghe nei colori bianchi rossi e neri.Con il restauro si è ripristinato lo scalone monumentale di accesso agli appartamenti arcivescovili, recuperando la cromia dei gradini in granito di Baveno. Contemporaneamente sono state ripulite e restaurate le due grandi statue raffiguranti San Carlo e Sant’Ambrogio che avevano subito danni a causa del tempo e della fragilità propria del materiale impiegato per la loro costruzione. Una piccola statua raffigurante Maria Vergine, cara al Beato Cardinale Schuster, ha avuto un intervento di restauro che ne ha riportato l’originaria leggibilità nella sua leggera pietra in arenaria.Il cantiere è durato un po’ più di un anno a causa del freddo inverno che ha impedito ai restauratori di intervenire sugli intonaci e sulle statue a causa del gelo.