Sirio 26-29 marzo 2024
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Case ai rom

Piano Maroni: «Continuiamo a lavorare ma senza discriminazioni

Con una nota congiunta, la Casa della carità, il Consorzio Farsi Prossimo e ilCentro ambrosiano di solidarietà precisano la loro posizione in seguito al verticein Prefettura con il ministro Maroni, a proposito delle case Aler assegnate allefamiglie rom. Ecco il testo

3400 - incroci Redazione Diocesi

27 Settembre 2010

Dalle dichiarazioni riportate dagli organi di informazione a seguito del verticetenutosi in Prefettura nella mattinata di lunedì 27 settembre alla presenza, tra glialtri, del ministro dell’Interno Roberto Maroni, del prefetto di Milano Gian ValerioLombardi, del presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, del presidentedella provincia di Milano Guido Podestà e del sindaco di Milano Letizia Moratti, lafondazione Casa della carità, il Centro ambrosiano di solidarietà e il ConsorzioFarsi Prossimo precisano quanto segue:
ribadiamo che continueremo a rispettare gli impegni presi così come da convenzionefirmata lo scorso 5 maggio con Prefettura e Comune di Milano.
La convenzione prevedeva, così come richiesto dal Comune di Milano, l’assegnazionedi case popolari Aler escluse dalla disciplina e.r.p. (come da Deliberazioneregionale del 5 agosto) al privato sociale: 15 appartamenti alla fondazione Casadella carità, 5 al Centro ambrosiano di solidarietà, 5 al consorzio Farsi Prossimo.I tre enti, così come concordato con Prefettura e Comune attraverso il cosiddettoPiano Maroni, destineranno le case a quelle fasce di popolazione connotate daparticolari fragilità. Una categoria nella quale rientrano alcuni nuclei famigliariche abitano nei campi regolari di via Triboniano e via Novara.
Nei giorni scorsi 11 famiglie rom hanno già ottenuto l’assegnazione delle case conun atto ufficialmente firmato da Prefettura e Comune.
Il nostro lavoro proseguirà in questa direzione e con il consueto spirito dicollaborazione.
Qualora dovesse arrivare una comunicazione ufficiale nella quale verrà espressamenteindicato di non assegnare le case alle famiglie rom prenderemmo atto del mutatostato di cose e metteremmo in discussione la convenzione. Perché vogliamo operare,sia da un punto di vista culturale che sociale, senza mettere in atto forme didiscriminazione. Dalle dichiarazioni riportate dagli organi di informazione a seguito del verticetenutosi in Prefettura nella mattinata di lunedì 27 settembre alla presenza, tra glialtri, del ministro dell’Interno Roberto Maroni, del prefetto di Milano Gian ValerioLombardi, del presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, del presidentedella provincia di Milano Guido Podestà e del sindaco di Milano Letizia Moratti, lafondazione Casa della carità, il Centro ambrosiano di solidarietà e il ConsorzioFarsi Prossimo precisano quanto segue: ribadiamo che continueremo a rispettare gli impegni presi così come da convenzionefirmata lo scorso 5 maggio con Prefettura e Comune di Milano.La convenzione prevedeva, così come richiesto dal Comune di Milano, l’assegnazionedi case popolari Aler escluse dalla disciplina e.r.p. (come da Deliberazioneregionale del 5 agosto) al privato sociale: 15 appartamenti alla fondazione Casadella carità, 5 al Centro ambrosiano di solidarietà, 5 al consorzio Farsi Prossimo.I tre enti, così come concordato con Prefettura e Comune attraverso il cosiddettoPiano Maroni, destineranno le case a quelle fasce di popolazione connotate daparticolari fragilità. Una categoria nella quale rientrano alcuni nuclei famigliariche abitano nei campi regolari di via Triboniano e via Novara. Nei giorni scorsi 11 famiglie rom hanno già ottenuto l’assegnazione delle case conun atto ufficialmente firmato da Prefettura e Comune. Il nostro lavoro proseguirà in questa direzione e con il consueto spirito dicollaborazione. Qualora dovesse arrivare una comunicazione ufficiale nella quale verrà espressamenteindicato di non assegnare le case alle famiglie rom prenderemmo atto del mutatostato di cose e metteremmo in discussione la convenzione. Perché vogliamo operare,sia da un punto di vista culturale che sociale, senza mettere in atto forme didiscriminazione.