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11 febbraio

La Giornata mondiale del Malato

di Rita SALERNO Redazione

8 Febbraio 2010

A fare da filo conduttore delle celebrazioni in programma dal 9 all’11 febbraio prossimi, previste per il 25° anniversario dell’istituzione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, è il titolo del documento scritto da Benedetto XVI per questa occasione: “La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti”. Il nutrito programma prevede infatti un concerto, una mostra di pittura e un simposio internazionale. Ma non va dimenticato che l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, la 28a Giornata mondiale del malato sarà scandita dalla Messa presieduta dal Papa e dalla processione eucaristica con le reliquie di Santa Bernadette e la statua della Vergine di Lourdes che si concluderà in Piazza San Pietro.
In concreto, il simposio internazionale dedicato alla riflessione sulle Lettere apostoliche Salvifici doloris e Dolentium Hominum, vedrà la partecipazione di più di cinquecento addetti ai lavori, tra medici, ricercatori, operatori pastorali, cappellani, provenienti da trentacinque paesi di tutti i continenti. Tema generale dei lavori è “La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti” e tra gli altri sono previsti interventi e relazioni dei cardinali Bertone, Tettamanzi, Barragan, Angelini, Comastri, di monsignor Gianfranco Ravasi e del responsabile dei “Cavalieri di Malta” Handerson.
Sono stati monsignor Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, e monsignor Jean-Marie Musivi Mpendawatu, sottosegretario dello stesso dicastero a rendere note le iniziative e le celebrazioni organizzate per la circostanza. Monsignor Zimowski ha ribadito che la persona malata deve essere il “punto focale” dell’impegno nell’ambito sanitario. L’obiettivo della Pastorale della salute – ha spiegato – è di dare sostegno a chi soffre, anche quando la guarigione non è possibile: «La pastorale della salute, la sua attenzione all’integrità della persona è necessaria alla medicina, non soltanto per fornire le basi degli impegni etici e morali, ma anche per sostenere gli atteggiamenti e la prassi degli operatori sanitari per un’adeguata assistenza nel tempo a chi si trova nel dolore della malattia».
Per parte sua, monsignor Mpendawatu ha aggiunto che i malati sono i veri protagonisti dell’azione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari: «Sono loro che offrendo le loro sofferenze, in comunione con Cristo sofferente, contribuiscono spiritualmente alla salvezza degli uomini. In questo senso vengono lette le parole del Papa nel suo messaggio quando chiede ai malati di pregare e di offrire la loro malattia, le loro sofferenze per la santificazione dei loro sacerdoti, per la fecondità del loro ministero sacerdotale».
Attualmente, la Chiesa, che dispone del 26% delle strutture ospedaliere mondiali, può contare su oltre 117 mila centri sanitari per il supporto e la formazione degli agenti della pastorale sanitaria in tutto il pianeta. «Da parte nostra – ha aggiunto mons. Jean-Marie Musivi Mpendawatu, sottosegretario dello stesso Pontificio Consiglio – puntiamo su una presenza capillare delle strutture sanitarie cattoliche, gestite per lo più dalle diocesi e dagli istituti religiosi. L’importanza è di umanizzare il rapporto con il malato, che rimane una persona con una dignità, con dei diritti. Noi lavoriamo per la persona del malato, la sua dignità e il suo rispetto». A fare da filo conduttore delle celebrazioni in programma dal 9 all’11 febbraio prossimi, previste per il 25° anniversario dell’istituzione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, è il titolo del documento scritto da Benedetto XVI per questa occasione: “La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti”. Il nutrito programma prevede infatti un concerto, una mostra di pittura e un simposio internazionale. Ma non va dimenticato che l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, la 28a Giornata mondiale del malato sarà scandita dalla Messa presieduta dal Papa e dalla processione eucaristica con le reliquie di Santa Bernadette e la statua della Vergine di Lourdes che si concluderà in Piazza San Pietro.In concreto, il simposio internazionale dedicato alla riflessione sulle Lettere apostoliche Salvifici doloris e Dolentium Hominum, vedrà la partecipazione di più di cinquecento addetti ai lavori, tra medici, ricercatori, operatori pastorali, cappellani, provenienti da trentacinque paesi di tutti i continenti. Tema generale dei lavori è “La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti” e tra gli altri sono previsti interventi e relazioni dei cardinali Bertone, Tettamanzi, Barragan, Angelini, Comastri, di monsignor Gianfranco Ravasi e del responsabile dei “Cavalieri di Malta” Handerson.Sono stati monsignor Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, e monsignor Jean-Marie Musivi Mpendawatu, sottosegretario dello stesso dicastero a rendere note le iniziative e le celebrazioni organizzate per la circostanza. Monsignor Zimowski ha ribadito che la persona malata deve essere il “punto focale” dell’impegno nell’ambito sanitario. L’obiettivo della Pastorale della salute – ha spiegato – è di dare sostegno a chi soffre, anche quando la guarigione non è possibile: «La pastorale della salute, la sua attenzione all’integrità della persona è necessaria alla medicina, non soltanto per fornire le basi degli impegni etici e morali, ma anche per sostenere gli atteggiamenti e la prassi degli operatori sanitari per un’adeguata assistenza nel tempo a chi si trova nel dolore della malattia».Per parte sua, monsignor Mpendawatu ha aggiunto che i malati sono i veri protagonisti dell’azione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari: «Sono loro che offrendo le loro sofferenze, in comunione con Cristo sofferente, contribuiscono spiritualmente alla salvezza degli uomini. In questo senso vengono lette le parole del Papa nel suo messaggio quando chiede ai malati di pregare e di offrire la loro malattia, le loro sofferenze per la santificazione dei loro sacerdoti, per la fecondità del loro ministero sacerdotale».Attualmente, la Chiesa, che dispone del 26% delle strutture ospedaliere mondiali, può contare su oltre 117 mila centri sanitari per il supporto e la formazione degli agenti della pastorale sanitaria in tutto il pianeta. «Da parte nostra – ha aggiunto mons. Jean-Marie Musivi Mpendawatu, sottosegretario dello stesso Pontificio Consiglio – puntiamo su una presenza capillare delle strutture sanitarie cattoliche, gestite per lo più dalle diocesi e dagli istituti religiosi. L’importanza è di umanizzare il rapporto con il malato, che rimane una persona con una dignità, con dei diritti. Noi lavoriamo per la persona del malato, la sua dignità e il suo rispetto».