Sirio 26-29 marzo 2024
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Lambrate

Casaccoglienza per i parenti dei ricoverati

di Cristina CONTI Redazione

1 Marzo 2010

Cinque appartamenti per accogliere i parenti di ammalati ricoverati negli ospedali di Milano. Nella parrocchia di San Leone Magno, nel decanato di Lambrate, c’è un’iniziativa rivolta a tutti coloro che sono costretti a lasciare la propria casa, la propria città e la propria regione per ricevere quell’assistenza sanitaria che altrimenti non potrebbero avere.
«Abbiamo tre appartamenti di nostra proprietà e due in affitto. Ci facciamo conoscere prevalentemente attraverso il passaparola, ma è molto utile anche il nostro sito www.casaccoglienza.it», spiega Raffaella Barbanti, volontaria e vicepresidente dell’associazione che gestisce le case. Qui possono essere ospitate circa 20 persone, in un clima di condivisione e solidarietà. E il costo è davvero molto basso. L’unico contributo che viene richiesto agli ospiti, infatti, è un’offerta libera: in genere ci si indirizza almeno intorno ai 10-15 euro al giorno come contributo per le spese della casa.
Gli appartamenti si trovano nelle vicinanze dei principali ospedali cittadini, come per esempio San Raffaele, Istituto dei Tumori, Istituto Neurologico Besta, per agevolare gli spostamenti. Ogni abitazione è composta da camere a due o tre letti, un soggiorno con divani e televisore, una cucina arredata con possibilità di preparare i pasti, servizi con bagno, doccia e lavabiancheria.
Nata nel 1991, l’Associazione Progetto Casa Accoglienza è una Onlus che ha come presidente il parroco, un consiglio direttivo di nove persone e il supporto di oltre 40 volontari. «Abbiamo fatto questa scelta perché vogliamo mantenere vivo il rapporto che c’è tra questa iniziativa e la comunità parrocchiale», precisa la Barbanti.
Per usufruire del servizio basta presentare un documento d’identità e un certificato dell’ospedale, che attesti la necessità di un ricovero o di un intervento. Gli ospiti hanno a loro disposizione una stanza e un bagno e possono usare liberamente la cucina e gli elettrodomestici. Ognuno ha le chiavi del proprio appartamento o della propria stanza e può gestirsi in piena autonomia.
Fare visita a persone che affrontano una grave malattia o quella di un loro familiare, che si pongono domande sul significato del dolore e della vita, non è una cosa semplice, ma agli ospiti dell’Associazione Progetto Casa Accoglienza l’assistenza dei volontari non manca mai. Durante la settimana, infatti, tutte le sere i volontari vanno a due a due a tenere compagnia ai loro ospiti. «In alcuni casi li accompagniamo anche a fare la spesa per aiutarli a orientarsi in un ambiente diverso da quello a cui sono abituati, altre volte, invece, andiamo a trovare in ospedale i loro parenti ricoverati – aggiunge -. Abbiamo scelto di andare in coppia per due motivi. Innanzitutto stare vicino a persone che hanno a che fare con malattie gravi è un po’ pesante e in questo modo possiamo dare maggiore continuità al servizio. E poi essere in due aiuta anche nei rapporti che si instaurano con le persone che si trovano in casa». Cinque appartamenti per accogliere i parenti di ammalati ricoverati negli ospedali di Milano. Nella parrocchia di San Leone Magno, nel decanato di Lambrate, c’è un’iniziativa rivolta a tutti coloro che sono costretti a lasciare la propria casa, la propria città e la propria regione per ricevere quell’assistenza sanitaria che altrimenti non potrebbero avere.«Abbiamo tre appartamenti di nostra proprietà e due in affitto. Ci facciamo conoscere prevalentemente attraverso il passaparola, ma è molto utile anche il nostro sito www.casaccoglienza.it», spiega Raffaella Barbanti, volontaria e vicepresidente dell’associazione che gestisce le case. Qui possono essere ospitate circa 20 persone, in un clima di condivisione e solidarietà. E il costo è davvero molto basso. L’unico contributo che viene richiesto agli ospiti, infatti, è un’offerta libera: in genere ci si indirizza almeno intorno ai 10-15 euro al giorno come contributo per le spese della casa.Gli appartamenti si trovano nelle vicinanze dei principali ospedali cittadini, come per esempio San Raffaele, Istituto dei Tumori, Istituto Neurologico Besta, per agevolare gli spostamenti. Ogni abitazione è composta da camere a due o tre letti, un soggiorno con divani e televisore, una cucina arredata con possibilità di preparare i pasti, servizi con bagno, doccia e lavabiancheria.Nata nel 1991, l’Associazione Progetto Casa Accoglienza è una Onlus che ha come presidente il parroco, un consiglio direttivo di nove persone e il supporto di oltre 40 volontari. «Abbiamo fatto questa scelta perché vogliamo mantenere vivo il rapporto che c’è tra questa iniziativa e la comunità parrocchiale», precisa la Barbanti.Per usufruire del servizio basta presentare un documento d’identità e un certificato dell’ospedale, che attesti la necessità di un ricovero o di un intervento. Gli ospiti hanno a loro disposizione una stanza e un bagno e possono usare liberamente la cucina e gli elettrodomestici. Ognuno ha le chiavi del proprio appartamento o della propria stanza e può gestirsi in piena autonomia.Fare visita a persone che affrontano una grave malattia o quella di un loro familiare, che si pongono domande sul significato del dolore e della vita, non è una cosa semplice, ma agli ospiti dell’Associazione Progetto Casa Accoglienza l’assistenza dei volontari non manca mai. Durante la settimana, infatti, tutte le sere i volontari vanno a due a due a tenere compagnia ai loro ospiti. «In alcuni casi li accompagniamo anche a fare la spesa per aiutarli a orientarsi in un ambiente diverso da quello a cui sono abituati, altre volte, invece, andiamo a trovare in ospedale i loro parenti ricoverati – aggiunge -. Abbiamo scelto di andare in coppia per due motivi. Innanzitutto stare vicino a persone che hanno a che fare con malattie gravi è un po’ pesante e in questo modo possiamo dare maggiore continuità al servizio. E poi essere in due aiuta anche nei rapporti che si instaurano con le persone che si trovano in casa».