Sirio 13 -19 maggio 2024
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Migranti

Sbarchi e accoglienza: dieci anni tra alti e bassi

Da Fondazione Ismu una “fotografia” dei flussi migratori che mostra un andamento altalenante, con picchi in corrispondenza di gravi crisi umanitarie

19 Aprile 2023
(Foto ANSA/SIR)

Negli ultimi dieci anni gli sbarchi di migranti sulle coste italiane hanno registrato andamenti altalenanti con picchi in corrispondenza di gravi crisi umanitarie dovute a conflitti, guerre, carestie, peggiorate condizioni economiche dei Paesi di origine dei migranti in fuga.

In particolare Fondazione Ismu Ets evidenzia che nel 2012 gli arrivi furono relativamente pochi, con circa 13mila persone che raggiunsero l’Italia con viaggi non autorizzati via mare. Tra il 2013 e il 2014, poi, con l’aggravarsi della guerra in Siria e l’acuirsi di conflitti, guerre, carestie, instabilità politica ed economica in numerosi paesi africani, l’Europa e l’Italia in particolare hanno dovuto affrontare l’emergenza umanitaria dovuta alla fuga di numerosi migranti in cerca di protezione: dal 2014 al 2017 la “crisi dei rifugiati” ha visto arrivare sulle coste italiane oltre 625mila persone – oltre 170 mila nel 2014 e nel corso del 2016, la cifra più alta registrata nel nostro Paese, oltre 181 mila arrivi via mare in 12 mesi. Dopo gli accordi presi dall’Italia con la Libia a metà 2017, nel biennio successivo si è registrato un calo degli sbarchi, “solo” 11 mila arrivi nel 2019.

Gli sbarchi tornano a risalire nel 2020 (34.154) e più fortemente nel 2021 (67.040) e nel corso dello scorso anno il numero delle persone giunte via mare in Italia è tornato a 6 cifre, superando le 105 mila unità. Anche i primi tre mesi e mezzo del 2023 confermano tale tendenza, con numeri rilevanti: al 17 aprile scorso oltre 34 mila persone hanno raggiunto le nostre coste via mare, quasi il 300% in più rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.

Migranti giunti via mare in Italia. Anni 2012-2022 e al 17/04/2023
Migranti giunti via mare in Italia. Anni 2012-2022 e al 17/04/2023

Le provenienze

Nel 2013 e nel 2014 i cittadini siriani in fuga dal loro paese (42 mila persone) rappresentavano un quarto dei migranti sbarcati, mente nel 2012 tale collettivo costituiva solo il 4,4% del totale e dopo anni di arrivi limitati, i siriani tornano ad approdare anche sulle nostre coste in modo più significativo, con oltre 2.200 arrivi nel 2021 e 8.600 nel 2022 (quinta nazionalità). I nigeriani sono risultati la principale nazionalità tra gli sbarcati nel 2016 (38 mila) e nel 2017 (18 mila), mentre dal 2018 gli arrivi via mare sono dovuti in massima parte a tunisini. Nel 2022 appena concluso la classifica vede ai primi tre posti le medesime provenienze del 2021, ma con il “sorpasso” degli egiziani, che con oltre 20 mila arrivi costituiscono un quinto di tutti gli sbarcati – e aumentati del 145% in un anno; i tunisini al secondo posto (18 mila) e terzi i bangladeshi (15 mila). Nel 2022 tornano in graduatoria i migranti in fuga dall’Afghanistan: al quinto posto con oltre 7 mila arrivi via mare nel corso dell’anno. Nei primi mesi del 2023 invece tornano rilevanti le provenienze dall’Africa sub-sahariana, in particolare dalla Costa d’Avorio e dalla Guinea.

Minori non accompagnati giunti via mare in Italia. Valori assoluti e incidenza sul totale degli arrivi. Anni 2014-2022 e al 17/04/2023
Minori non accompagnati giunti via mare in Italia. Valori assoluti e incidenza sul totale degli arrivi. Anni 2014-2022 e al 17/04/2023

I minori soli

Le traversate del mare coinvolgono sempre più spesso minori: tra gli sbarcati è particolarmente significativa la presenza di minori stranieri non accompagnati. Nel corso 2022, i Msna che hanno fatto ingresso nel territorio italiano in seguito a eventi di sbarco sono stati 12.690: si è trattato principalmente di giovani di nazionalità egiziana – oltre 4 mila arrivi, quasi un terzo di tutti i minori soli giunti via mare in Italia. Questa nazionalità aumenta del 120% rispetto al 2021 raggiungendo il primo posto in graduatoria. Nel 2022 è proseguito inoltre sostenuto l’arrivo di giovani tunisini (2.333), che dal 2020 in particolare costituiscono gli arrivi più consistenti. Da segnalare il ritorno in graduatoria di due provenienze a lungo assenti tra le principali: 1.345 giovani afghani (al terzo posto per numero di arrivi via mare nel 2022) in fuga dalla tormentata situazione in cui versa il loro Paese; e i giovani siriani che se numericamente non particolarmente numerosi (438), hanno registrato il più significativo aumento relativo in un anno, pari a + 222%.  Diminuiti invece del 76% i giovani bangladeshi, che nel 2021 erano arrivati via mare in oltre 1.400.

Per il 2023 si rilevano al 17 aprile scorso 3.358 minori soli, il 10% del totale dei migranti sbarcati in Italia.

Sbarchi e sistema di accoglienza

Il sistema di accoglienza italiano risente in modo significativo dell’andamento degli sbarchi: ha registrato numeri importanti in particolare negli anni 2015-2017 – gli anni della “crisi europea dei rifugiati” – quando dalle 66 mila presenze di fine 2014 si è passati rapidamente a superare le 100 mila unità nel 2015 e sfiorare le 185 mila a fine 2017. Dal 2018 conseguentemente al calo degli sbarchi il numero degli accolti nelle strutture di accoglienza italiane ha cominciato a ridursi, scendendo sotto le 100 mila presenze negli anni 2019-2020-2021. L’anno appena concluso, il 2022 ha registrato una ripresa degli sbarchi e un aumento delle presenze in accoglienza, che sono così risalite a 107 mila al 31 dicembre scorso. In particolare a fine 2022 quasi 2 mila migranti erano accolti negli hotspot di Sicilia e Puglia; 72 mila nei centri di accoglienza straordinari sul territorio nazionale (di cui oltre 9 mila nella regione Lombardia) e 33 mila nei centri SAI (tra questi 5 mila in Sicilia).

Migranti presenti nelle strutture di accoglienza al 31 dicembre. Anni 2013 – 2022 e 15/04/2023
Migranti presenti nelle strutture di accoglienza al 31 dicembre. Anni 2013 – 2022 e 15/04/2023

I primi mesi del 2023 confermano tale tendenza, con numeri rilevanti: al 15 aprile scorso 115 mila migranti risultavano presenti nelle strutture di accoglienza italiane. Tale situazione ha indotto il Governo a deliberare lo stato di emergenza per la gestione dei flussi migratori e della rete di accoglienza.