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Appuntamenti

Verso la Settimana sociale, cattolici in gioco per la democrazia

Nel complesso momento politico a livello nazionale e internazionale e nell'ottica dell’appuntamento di Trieste (3-7 luglio), le associazioni presenti in Diocesi si confrontano il 7 marzo presso le Acli milanesi: la riflessione del presidente Andrea Villa

di Andrea VILLA Presidente Acli Milano Monza Brianza

4 Marzo 2024

In preparazione alla Settimana sociale dei cattolici in Italia, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio, l’associazionismo cattolico diocesano si convoca per ascoltarsi e riflettere insieme sulla crisi delle forme tradizionali della democrazia alla scoperta di nuove modalità di partecipazione e di costruzione del bene comune. La Chiesa italiana ha scelto di mettere a tema dei lavori della 50esima edizione delle Settimane sociali «Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro». Un tema molto caro alle Acli da sempre. Era il 1° maggio 1955 quando l’allora presidente Dino Penazzato sintetizzò la mission aclista in tre fedeltà: ai lavoratori, alla Chiesa e appunto alla democrazia. Cioè all’impegno formativo e diretto per la costruzione del bene comune. Un impegno che non si esaurisce con la promozione sociale, culturale, economica e spirituale dei lavoratori, ma che da subito trova espressione nella partecipazione democratica all’idea di città, di società.

Meno partecipazione, più fragilità

Oggi la democrazia appare in pericolo, sfidata a livello internazionale dal riemergere di forti contrasti geopolitici e dal fascino che sembrano riscuotere modelli di Stato autocratici. Al suo interno dalle spinte populiste e dall’insofferenza ai limiti costituzionali previsti per il potere esecutivo. La democrazia infatti non è un qualcosa di conquistato per sempre, ha bisogno di essere alimentata, vissuta. Ciò che rende effettiva la democrazia è la partecipazione. Se questa viene meno, le istituzioni democratiche risultano fragili e vulnerabili.

La società sempre più individualistica, la perdita dei legami sociali e di comunità sono tra le maggiori causa di questa fragilità. Oggi facciamo fatica a pensare collettivamente; le soluzioni proposte alle sfide che la vita ci pone sono personali, customerizzate. Abbiamo dimenticato la lezione di don Milani, che spiegava: «Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia».

Andrea Villa

Il coraggio di pensare

Abbiamo bisogno di tornare a costruire un “noi”, per tenere insieme i progetti di vita familiare, per ricostruire comunità locali, per sognare un’idea inclusiva di società e di Paese, per scoprirci fratelli tutti. Oggi sono in crisi alcune forme tradizionali di partecipazione, i partiti, i corpi intermedi, ma non credo che si siano spenti il desiderio e la disponibilità a spendersi per gli altri, per un sogno, per un mondo migliore, soprattutto tra le giovani generazioni.

Da cattolici siamo chiamati ad avere coraggio: l’arcivescovo Delpini, nel Discorso alla città del 2018, ci ha esortato a sentirci «autorizzati a pensare», a costruire occasioni di dialogo, pensiero, legami per partecipare alla costruzione del bene comune. Troppo spesso, invece, nelle nostre parrocchie censuriamo il confronto, perché non riconosciamo la politica come il luogo «del sortirne insieme», del dialogo e del farsi carico dello sguardo dell’altro, delle legittime paure e desideri degli altri. Abbiamo paura che la politica laceri le nostre comunità. Ma come si può educare alla politica, alla partecipazione se abbiamo paura di non trovarci d’accordo?

Qualche giorno fa il Consiglio pastorale diocesano si è riunito per discutere sul tema dell’Europa. Sono stati due giorni di lavoro intenso, con ascolto di esperti, lavori di gruppo e assembleari. Insieme ad alcuni amici di Azione cattolica, Comunione e liberazione, Agesci, Movimento dei Focolari abbiamo condiviso l’impegno nel preparare e coordinare i lavori del Consiglio. Abbiamo sperimentato la fatica e la gioia di un confronto vero, la tensione del riconoscersi insieme parte di una stessa Chiesa senza tradire le proprie sensibilità.

Il futuro dell’Italia – si legge nel Documento preparatorio della Settimana sociale -, «richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere». Proprio questo è il motivo che ha portato le associazioni presenti sul territorio diocesano a promuovere un momento di confronto, giovedì 7 marzo, dalle 17.30, presso le Acli milanesi (vedi qui la locandina). Saranno con noi don Bruno Bignami (direttore Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei), Luigi Campi e Ilaria Ciapponi (comitato regionale Agesci), Alberto Mattioli (Azione cattolica ambrosiana), Francesco Cassese (responsabile diocesano Cl), Angela Grassi (presidente lombarda di Mppu – Movimento politico per l’unità), Giorgio Del Zanna (responsabile Sant’Egidio Milano) e Francesco Prina (Fondazione Achille Grandi).