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Terra Santa

Gaza, Faltas: «Angeli scavano a mani nude per salvare anche solo una vita»

L’omelia del Vicario della Custodia per la Dedicazione del Santo Sepolcro: «Nelle macerie del nostro tempo segni di Vangelo»

di Agensir

16 Luglio 2025
Foto Afp / Sir

«La corsa delle donne verso la tomba vuota di Gesù vivo, all’alba, quando ancora è buio, proclamata nel Vangelo, non può non farci pensare a un’altra corsa, che ogni giorno si ripete, qui vicino. È la corsa della gente di Gaza, della popolazione della Cisgiordania, di tutte le vittime civili di questo conflitto. Corrono per salvare i loro figli, per trovare pane, acqua, cure, alla ricerca di un riparo sicuro. Corrono cercando la vita. E questa corsa, così concreta, così umana, ci interroga profondamente. Non possiamo dire “Cristo è risorto” e poi voltare lo sguardo da un’altra parte»: così padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, nell’omelia della Messa celebrata per la Dedicazione del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Per padre Faltas «anche là dove la morte sembra ancora dominare, nelle macerie del nostro tempo, vediamo segni di Vangelo vivo. Vediamo uomini che corrono a piedi, in macchina, con carri tirati da un asino, su qualunque mezzo, per portare i feriti negli ospedali, per scavare a mani nude tra le macerie nel tentativo di salvare anche solo una vita. Sono i nuovi angeli del soccorso. Nessuno li ha chiamati, nessuno li ha pagati. Ma loro ci sono. Agiscono, si sporcano, si prendono rischi enormi. E in questi gesti così semplici e così profondi c’è un riflesso potente della luce del Risorto».

«Sono mani – ha aggiunto il vicario – che sollevano pietre, che curano, che rialzano. E parlano lo stesso linguaggio del Vangelo: quello dell’amore che si muove, che non calcola, che si dona. Queste persone ci ricordano che la Risurrezione è già in atto, che la luce del Sepolcro vuoto non è chiusa qui dentro, ma corre, si espande, entra nelle pieghe del mondo ferito, da questa guerra senza senso, che è una sconfitta per tutta l’umanità». E da quel vuoto «pieno di luce nasce la nostra fede: una fede che passa attraverso la Croce, ma non si ferma lì. Perché la Vita ha vinto. E continua a vincere».