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Denuncia

«Squid Game gioca sulla pelle dei bambini»

Fondazione Carolina commenta la decisione di Netflix di consentire ai bambini, dai 7 anni in su, la visione del nuovo reality show: «Decisione sconcertante e irresponsabile, anche a fronte dei tanti episodi di emulazione che si sono verificati nelle scuole circa tre anni fa»

23 Novembre 2023

«Sono passati poco più di tre anni, ma sembra che la lezione non sia servita a nulla”. Il Segretario generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi, commenta così la decisione di consentire la visione del reality show «Squid game – La sfida» ai bambini dai 7 anni in su. «Una scelta sconsiderata e irresponsabile – continua Zoppi – che mette a rischio la salute delle nuove generazioni, dal punto di fisico e soprattutto psicologico». Se il sequel del fenomeno mondiale è programmato nel corso del 2024, per stemperare l’attesa dei milioni di fan Netflix ha deciso di replicare gli Squid game in chiave realistica, raggruppando 456 concorrenti in un luogo distopico e alienante, disposti a tutto (o quasi) pur di aggiudicarsi l’agognato montepremi superiore ai 4,5 milioni di dollari.

«Un gioco al massacro»

Molto più che un semplice gioco, ma una sfida che mette a dura prova i partecipanti, fino all’eliminazione sancita dallo sparo di un cecchino, con tanto di schizzo d’inchiostro a simulare il colpo andato a buon fine: «Un gioco al massacro che, per chi ama il genere, può essere anche curioso, ma dagli effetti devastanti per la mente di un bambino, che non sa distinguere realtà o finzione, tanto più a fronte di un contesto narrativo iper realistico, capace di suggestionare per primi gli stessi giocatori». Questo reality, paradossalmente lanciato in streaming nella settimana della Giornata mondiale dei Diritti dell’Infanzia, colpisce in particolare per le reazioni dei concorrenti, in preda a crisi di panico, impegnati costantemente in una guerra psicologica nei confronti degli stessi avversari con i quali condividono una quotidianità apocalittica, dove i numeri cancellano i nomi e il senso di umanità.

Il precedente

La Onlus ispirata a Carolina Picchio, prima vittima riconosciuta di violenza online, era già intervenuta con forza quando la serie Tv divenne un fenomeno di massa anche in Italia, con centinaia di casi segnalati agli operatori della Fondazione a fronte di quotidiane emulazioni da parte di bambini e ragazzi degli stessi giochi ispirati all’infanzia, ma in chiave violenta, proposti dal format coreano. «Chi perde muore», il motto della serie tv veniva tradotto nelle aule con punizioni e vessazioni tra compagni, anche dalle scuole primarie. Eppure la visione della prima stagione era sconsigliata ai minori di 14 anni. Un limite superato facilmente dalla condivisione virale di spezzoni, trailer, commenti e live reaction sui social e nelle chat.

Nessun limite d’età

«Proprio in questi giorni gli esperti di Fondazione Carolina si stanno interrogando sui reali effetti delle nuove misure comunicate da Agcom in relazione ai parental control, con il blocco automatico di determinati contenuti agli utenti minorenni di servizi internet e di telefonia mobile. La pervasività dei nuovi media, unita alla straordinaria fruibilità dei device all’interno del gruppo classe o della cerchia di amici, rende quasi impossibile il controllo da parte degli adulti, a maggior ragione se smartphone e sim sono intestati ai genitori. In questa logica Fondazione Carolina auspica da tempo un ritorno alla tutela dell’infanzia in chiave culturale e sistemica, attraverso una nuova alleanza educativa per una società davvero a misura di bambino, anche nella sua accezione digitale – spiega Zoppi – La soluzione ce l’ha fornita la stessa Netflix: per ovviare ai limiti attuali degli strumenti a tutela dell’infanzia, tanto vale togliere qualsiasi vincolo alla visione, tanto Squid Game piace a tutti».

La speranza è che qualche organo deputato possa intervenire per quantomeno omologare la classificazione della visione per età a quella della Serie tv, replicata in ordine all’uscita del reality. «Un’altra presa in giro da parte del colosso della Tv on demand – conclude Zoppi – che nel 2021 impostava il limite di visione a 14 anni, mentre oggi lo innalza a 16. Della serie, fintanto che non si rompe, posso tirare la corda».

Fondazione Carolina, nel 2021, ha messo a disposizione una scheda educativa per famiglie, educatori e insegnanti. Uno strumento apprezzato dai genitori e dalle scuole e che oggi può tornare utile.