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Ucraina

Da Medici con l’Africa Cuamm 6 tonnellate di beni primari e sanitari

«Un dono indispensabile per aiutare le migliaia di sfollati interni che sono arrivati in quest’area del Paese, meno colpita dal conflitto, ma che necessitano di tutto», spiega una nota

di Gigliola Alfaro Agensir

24 Giugno 2022
Foto Medici con l'Africa Cuamm

Si è tenuta ieri la consegna ufficiale alle autorità locali e all’associazione Vrb di Chernivtsi, in Ucraina, del carico di 6 tonnellate di beni primari e sanitari, inviati dall’Italia e messi a disposizione della popolazione, attraverso il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm: «Un dono indispensabile per aiutare le migliaia di sfollati interni che sono arrivati in quest’area del Paese, meno colpita dal conflitto, ma che necessitano di tutto, dal cibo al sapone per l’igiene personale, dall’assistenza sanitaria in ospedale a una casa in cui abitare», spiega una nota del Cuamm.

Partito da Brindisi ai primi di giugno, il carico è stato stoccato a Siret, nel distretto di Suceava, in Romania per arrivare, oggi a Chernivtsi, in Ucraina. Comprende kit medici (chirurgici, post traumatici e per il trattamento di malattie non trasmissibili) e beni umanitari (tra cui tende, coperte, stufe per tende, kit igienico–sanitari e taniche per la raccolta dell’acqua) ed è stato messo a disposizione dalla Cooperazione italiana.

I destinatari

«A beneficiarne saranno principalmente gli sfollati interni che risiedono a Chernivtsi e gli ospedali di 13 delle 24 oblast (regioni) del Paese – prosegue la nota -. Il materiale verrà utilizzato, quindi, nel quadro della risposta umanitaria che Medici con l’Africa Cuamm sta implementando a Chernivtsi in Ucraina (insieme alla risposta che sta dando in Moldavia) assieme al partner locale Vrb».

«Solo se rimarremo tutti uniti potremo difendere il nostro diritto di far parte della famiglia europea – ha detto Mykola Guitor, primo vicepresidente del Consiglio regionale di Chernivtsi -. L’Italia ci sta aiutando non solo con le parole, ma con i fatti, prendendosi cura di donne, bambini e anziani. Oggi siamo qui proprio per ricevere questo dono concreto e per ringraziarvi. In questo momento la nostra regione è un corridoio in cui arrivano molti sfollati e il bisogno è tanto».

«Siamo particolarmente soddisfatti di quest’operazione, che si inserisce all’interno di una solida collaborazione con la società civile e nel quadro della più ampia risposta umanitaria italiana alla crisi in corso», ha affermato il ministro Lucio Demichele, capo per l’Aiuto umanitario e l’emergenza al Ministero degli Affari esteri italiano, collegato alla conferenza.

L’ambasciatore della Repubblica italiana in Ucraina, Pier Francesco Zazo, ha sottolineato: «Il problema umanitario in Ucraina è esplosivo, gli sfollati interni sono circa 7 milioni. L’Italia sta facendo molto per dare aiuto e assistenza alla popolazione. Purtroppo le stime dicono che se la guerra continuerà, alla fine dell’anno, ci sarà una riduzione del Pil del 50% e si perderanno la metà dei posti di lavoro».

Non voltare le spalle

“La nostra storia, come Cuamm, ci ha sempre portato a lavorare in Africa, per i più fragili e deboli, vicini a chi soffre di più, come le donne e i bambini – ha ribadito don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm -. Così non potevamo voltare le spalle a un popolo vicino, quello ucraino, che sta soffrendo così duramente oggi. Il nostro grazie va a Vrb, l’associazione locale con cui stiamo collaborando per portare aiuto in Ucraina, va alle autorità locali e va soprattutto al sistema Italia e alla Cooperazione italiana che ci ha donato questo carico importante di materiale di beni primari e sanitari indispensabili per la salute della popolazione, che potremo distribuire in ben 13 delle 24 oblast del Paese».

Ha concluso Katerina Ponomareva, direttore generale di Vrb: «Grazie a questo importante carico che ci dona l’Italia, attraverso il Cuamm, possiamo arrivare più lontano, nelle regioni più a est, e portare farmaci e beni ai bambini, ai malati, alle donne. E questo per noi è molto importante».

L’operazione, la prima di due spedizioni fatte a pochi giorni di distanza, è stata realizzata dal Maeci in coordinamento con la società civile italiana.

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