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Su «Scarp de’ tenis»: figli di immigrati, nati in Italia, ma restano stranieri

Nel numero di ottobre la rivista entra nel dibattito sullo “ius soli” parlando di quei giovani che, in attesa della legge, continuano a sentirsi (e a essere considerati) stranieri nel Paese che vivono come loro

29 Settembre 2017

In mancanza della legge sul riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia (ius soli), per il momento i figli di immigrati – anche se nati in Italia – restano stranieri fino al 18° anno di età: poiché l’acquisizione della cittadinanza avviene per filiazione (ius sanguinis), solo dopo essere divenuti maggiorenni possono chiedere di diventare italiani. Il numero di ottobre di Scarp de’ tenis, giornale di strada non profit, è dedicato a questi ragazzi, nati o cresciuti in Italia, che continuano a sentirsi (e a essere considerati) stranieri nel Paese che vivono come loro.

Scarp de’ tenis non si trova in edicola. Lo si può acquistare fuori da alcune chiese della Diocesi o in alcuni punti fissi a Milano. I venditori sono facilmente riconoscibili per la pettorina rossa e il cartellino di riconoscimento. Vendere il giornale significa lavorare, non fare accattonaggio. Il venditore trattiene una quota sul prezzo di copertina. Contributi e ritenute fiscali li prende in carico l’editore. Quanto resta è destinato a progetti di solidarietà.

Scarp de’ tenis è dunque più di un giornale di strada, è un’impresa sociale che vuole dar voce e opportunità di reinserimento a persone senza dimora o emarginate: è un’occasione di lavoro e un progetto di comunicazione; è il primo passo per recuperare la dignità. In vendita agli inizi del mese, Scarp de’ tenis è una tribuna per i pensieri e i racconti di chi vive sulla strada, ma è anche uno strumento di analisi delle questioni sociali e dei fenomeni di povertà.

Nella prima parte, articoli e storie di portata nazionale; nella sezione «Scarp città», spazio alle redazioni locali. «Ventuno» si occupa di economia solidale, stili di vita e globalizzazione. Infine, «Caleidoscopio»: vetrina di appuntamenti, recensioni e rubriche.