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Rivista

«Scarp de’ tenis», tutti al buio

Il mensile di strada “spegne” la copertina del suo numero di novembre, in segno di solidarietà verso quanti scontano le conseguenze della crisi energetica

3 Novembre 2022

Per la prima volta nella sua lunga storia, Scarp de’ tenis spegne la copertina. Lo fa come gesto di solidarietà e di vicinanza agli enti del Terzo settore e del volontariato che stanno vivendo momenti difficili causati dall’aumento esponenziale dei costi legati all’energia. Non bastano aiuti una tantum, servono interventi strutturali. E servono ora. Altrimenti si rischia di chiudere tutto. Il privato sociale si sta muovendo grazie alla nascita di comunità energetiche, ma servono incentivi e leggi più agili. C’è chi ha già dovuto aumentare le rette e chi sta cercando di tenere duro; ma se qualcosa non cambierà da qui a poco, c’è il rischio che molte strutture di accoglienza saranno costrette a chiudere, lasciando gli ospiti senza assistenza e gli operatori senza lavoro.

Nel giornale si raccontano anche altre storie. Parliamo di morti in carcere. Settanta suicidi nei primi nove mesi del 2022. Gran parte delle vittime presentava situazioni di disagio o di emarginazione: stranieri, persone con problemi psichici, con dipendenze o talmente povere da non poter contare su un alloggio in cui beneficiare di misure alternative al carcere. Tutto nella quasi totale indifferenza.

E infine le storie di Scarp: la storica Stamperia Bertozzi, il calligrafo Amjed, l’antica arte della pietra ollare e, infine, la storia di Silvano, l’artigiano che costruisce le bacchette per i batteristi di tutto il mondo.