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Arte, Storia & Cultura

Sirio 3 - 7 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
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Milano

Nuova luce per l’Ossario di San Bernardino

Un nuovo impianto di illuminazione, installato da A2A, fa risplendere la celebre cappella con le ossa, meta incessante di turisti. Un monumentale Memento Mori, con sulla cupola i colori delle anime che ascendono al cielo, nel capolavoro di Sebastiano Ricci, realizzato nel 1695

14 Novembre 2025

Dalle tenebre, alla luce. Dalla morte, alla vita. A pochi passi dal Duomo e dall’Università statale, c’è uno dei luoghi oggi più cercati a Milano dai turisti di tutto il mondo: l’Ossario annesso alla chiesa di San Bernardino, detta appunto «alle Ossa». Teschi, tibie, femori ricoprono infatti le pareti della cappella, come una macabra «tappezzeria»: impressionante Memento mori, monumentale richiamo alla caducità dell’esistenza terrena.

Sempre più oggetto di attenzioni e restauri, l’Ossario di San Bernardino è stato oggi dotato di un nuovo impianto di illuminazione, realizzato grazie al contributo di «A2A Illuminazione pubblica». Un intervento teso a valorizzare gli elementi pittorici e architettonici di questo spazio sacro, migliorandone la fruizione da parte dei fedeli, ma anche l’esperienza dei visitatori che sempre più numerosi accorrono tutto l’anno per ammirare uno degli ambienti storicamente e artisticamente più suggestivi di Milano.

La tradizione vedeva nelle ossa qui radunate le spoglie dei martiri caduti durante le lotte contro gli eretici ariani, nel IV secolo.

L’area era posta fuori dalle mura romane di Massimiano, in quello che era noto come il «Brolo», cioè il «giardino» di pertinenza dei vescovi milanesi. Qui, vicino alla chiesa di Santo Stefano, nella prima metà del XII secolo venne fondato un ospedale. Ben presto fu eretta anche una cappella, destinata ad accogliere i resti via via esumati dall’adiacente cimitero.

Dal 1430 di questa «Casa degli ossi», come era familiarmente nota tra i milanesi, si occuparono i membri della confraternita dei Disciplini, che dopo la canonizzazione di san Bernardino da Siena, anch’egli «flagellante» in gioventù, gli dedicarono il loro oratorio.

Il crollo del campanile della chiesa di Santo Stefano, nel 1642, danneggiò anche gli edifici adiacenti. L’architetto della Fabbrica del Duomo, Carlo Buzzi, fu incaricato di ricostruire il complesso di proprietà dei Disciplini, dove poi intervennero anche Andrea Biffi e Carlo Giuseppe Merlo, dando vita a un «tormentato» cantiere, che tuttavia ancora oggi appare come una delle più interessanti testimonianze del barocco milanese.

Ma è proprio l’esposizione e, soprattutto, la disposizione delle ossa umane a caratterizzare l’ambiente dell’Ossario. Dove, nel 1695, il veneto Sebastiano Ricci ha dipinto una delle sue opere più belle e più intense: il volo delle anime verso la gloria dei cieli, fra le braccia di Dio Padre. E dove infine l’oscurità della morte è illuminata dai colori dell’eternità.

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