«L’arte che vogliamo noi dev’essere come una preghiera che si sprigioni da cuori appassionati, da cuori che sono usi a vivere la bellezza dei sacri misteri». Già 70 anni sono trascorsi dalla morte di monsignor Giuseppe Polvara, ma la forza e l’emozione di queste sue parole sono ancora intatte. Come ancora viva e vitale, anzi in pieno rinnovamento, è l’istituzione da lui stesso fondata a Milano nel 1921, la Scuola Beato Angelico, che si appresta quindi a celebrare il suo centenario.
Ricorrenze che rendono particolarmente sentita la festa patronale che si terrà martedì prossimo 18 febbraio, memoria liturgica di fra Giovanni da Fiesole (il grande pittore noto come “Beato Angelico”, appunto), quando l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, alle ore 18.30 presiederà la solenne celebrazione eucaristica presso la chiesa della Trasfigurazione, nella sede di viale San Gimignano, 19: un appuntamento che testimonia la premura della diocesi verso questa realtà, al quale sono invitati gli ex allievi, gli artisti, i collaboratori, le istituzioni artistiche e culturali e gli amici tutti della Scuola.
«A tutt’oggi la Scuola Beato Angelico di Milano è uno dei cantieri più interessanti e prolifici nel rapporto tra la Chiesa e le arti – conferma il direttore, don Umberto Bordoni -. Nel corso della sua storia ormai secolare, la Scuola ha costruito un numero consistente di edifici ecclesiastici, è intervenuta con frequenti adeguamenti liturgici in chiese preesistenti, ha realizzato altari, dipinti, affreschi, mosaici, oggetti per il culto, disseminati per tutta Italia e all’estero. Come Istituto d’arte prima e Liceo artistico poi, la Scuola ha formato alla vita professionale, umana e cristiana generazioni di allievi, che sono oggi apprezzati artisti, architetti, designer e professionisti accreditati nei diversi ambiti dell’editoria e del commercio».
Anima della Scuola Beato Angelico, per volontà del fondatore stesso, è la famiglia religiosa, nei rami maschile e femminile, che hanno espresso personalità di grande prestigio nel mondo artistico e della ricerca. Monsignor Valerio Vigorelli (classe 1924, architetto, storico direttore della rivista Arte cristiana, già consultore nella commissione del Concilio Vaticano II per la liturgia) e la comunità delle sorelle, con la semplicità e la testimonianza della loro vita religiosa, continuano a rappresentare per la Scuola una presenza di preghiera, di lavoro e di amore per la bellezza divina.
Storia, presente e futuro, infatti, oggi s’incontrano negli spazi della Scuola milanese, che sta investendo energie per promuovere percorsi formativi d’eccellenza, in particolare con l’ideazione del “Laboratorio per l’adeguamento delle cattedrali”, organizzato a livello nazionale in partnership con la Conferenza episcopale italiana, e il “Corso di alta formazione di turismo religioso”, con docenti ed esperti di altissimo livello, anche in collaborazione con altre istituzioni ecclesiali e civili (come l’Istituto superiore di scienze religiose, ad esempio). Un corso, quest’ultimo, con il quale sono tornate a vivere le aule rimodernate dello storico edificio di viale San Gimignano, che saranno benedette dall’Arcivescovo proprio dopo la celebrazione di martedì prossimo. Mentre la biblioteca, che conta oltre quarantamila volumi, e gli archivi dell’istituto saranno ancora più accessibili grazie alla catalogazione digitale attualmente in corso.
Cenacolo di promozione della ricerca scientifica ai più alti livelli e presenza attiva nel dibattito culturale è la prestigiosa rivista Arte cristiana, fondata nel 1913 da Celso Costantini e poi curata dalla Scuola Beato Angelico fin dai suoi esordi, che di recente, sotto la nuova direzione di don Umberto Bordoni, è stata completamente aggiornata, anche attraverso una raffinata edizione grafica, grazie a un nuovo consiglio di direzione e a un comitato scientifico che annovera alcuni dei maggiori esperti dei diversi campi delle arti.
Anche i laboratori altamente specializzati della Scuola, del resto, sono in piena attività: tre nuovi reliquiari monumentali sono appena stati consegnati alla cattedrale di Como, ad esempio, mentre per un museo di Città del Messico è stata realizzata la riproduzione della tiara di papa Paolo VI (creata proprio dalla Beato Angelico nel 1963); allo stesso tempo il reparto tessile ha ripreso la produzione di preziosi parati (in particolare per il Duomo di Milano). «Nella visione di monsignor Polvara – spiega il direttore – all’unità dell’opera corrispondeva un’unità di intenti che doveva permeare la Scuola, ispirandosi al modello delle botteghe medievali, nelle quali confluivano le diverse arti e maestri e apprendisti vivevano fianco a fianco. E ancora oggi alla Beato Angelico si continua a operare secondo quel principio, così che il lavoro dei singoli rimane virtualmente nascosto, “soli Deo gloria”, in favore del nome della Scuola».