Nel 1975 Chagall dedica un grande dipinto alla parabola del figliol prodigo (Luca, 15,11-32).
Non sono una novità le incursioni del grande artista russo ebreo nel Nuovo Testamento.
La figura di Gesù lo inquieta tanto da interrogare il rabbino: chi è questo Cristo? Il rabbino tace e Chagall, senza convertirsi, si lascia affascinare da questa figura, che compare tante volte nelle sue opere, riconoscendone la forza simbolica: il tema del dolore, dell’amore e della pace.
E’ il tema dell’amore di Cristo che lo conquista e lo sospinge verso la figura di Dio, Padre misericordioso: “ Padre mio ho peccato contro Dio e contro di te”. Anche in questo dipinto riecheggiano le parole della parabola di Gesù e affiora il tema del padre che accoglie il figlio perduto. Intorno la gente brulica e Vitebsk, la città della memoria, la casa russa mai scordata, diventa lo sfondo di questo abbraccio. Tornare alla casa del Padre.
Questo il tema di Chagall che diventa nostro: aspirare ad un ritorno al Padre e lasciarsi abbracciare da Lui, affidandogli tutto di noi, anche la memoria di ciò che è stato. In questo abbraccio non è solo il perdono che ci dona la pace, ma anche il compiersi di una speranza, il senso di un’attesa di vita nuova, che Chagall simboleggia nella sposa, nella giovane che offre un mazzo di fiori e nel sole in alto a sinistra.