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Riflessione

Giornata “nuove chiese”,
plasmare la vita da cristiani

Dai sacri edifici attualmente in costruzione alle iniziative che nel corso dell'anno hanno valorizzato le chiese costruiti nell'ultima parte del Ventesimo secolo.

di Carlo CAPPONI Responsabile Ufficio Beni Culturali Arcidiocesi di Milano

14 Novembre 2015

«Per educare al pensiero di Cristo l’arte, nelle sue diverse forme, riveste un ruolo centrale. Da sempre nella storia della Chiesa essa ha accompagnato il modo cristiano di sentire e plasmare la vita». Così si legge nel Piano pastorale del Cardinale.

Cosa più di un edificio destinato alla celebrazione del culto, nelle sue doppie valenze di partecipazione alla Liturgia della Comunità che attorno ad essa si identifica in un cuore unico e nello spazio del silenzio personale della meditazione orante, può assolvere a questo mandato?

Dopo anni di lanciate sperimentazioni, dimentichi che il dettato della riforma del Concilio Vaticano II si ancorava alla Tradizione, come è naturale che sia per la Chiesa “semper reformanda”.

Che senso ha oggi avere una giornata diocesana dedicata a questo tema? Oggi, in Diocesi, abbiamo una unica chiesa che si sta terminando. Poi certo per anni non si costruiranno più edifici di culto. La diminuita popolazione, la crescente multietnicità con la presenza di Comunità di altre confessioni religiose, hanno reso sufficienti gli sforzi che dal Beato card Schuster la nostra Diocesi ha compiuto.

L’anno civile che si sta per chiudere è stato segnato da una particolare attenzione al tema dell’architettura e delle arti che ad essa sono collegate. Per iniziativa del Coro Dalakopen di Legnano si sono svolti una serie di concerti vocali in chiese del secondo Novecento. Detti ascolti erano precedenti da una breve descrizione del luogo e degli autori che lo progettarono.

Ai differenti ma, necessariamente, contenuti incontri si è accompagnata una preziosa guida che, seppure in forma sintetica è strumento per la conoscenza dei tanti edifici che costellano la nostra vastissima Diocesi. Il prezioso strumento è disponibile presso le chiese che vi hanno aderito o presso l’Ufficio Beni Culturali in Curia.

L’Ordine degli Architetti di Milano ha poi promosso un volume dedicato alle chiese contemporanee della Città e l’Ufficio Diocesano ne ha curato una appendice per rendere ragione delle presenze significative pur presenti anche se non nel territorio soggetto alla giurisdizione dell’organismo associativo professionale.

Il libro, Chiese e modernità a cura di Marco Borsotti, molto curato nella redazione grafica e nella scelta delle immagini, ha una serie di schede dalle quali si evidenzia il rapporto stretto tra architetto progettista e artista che ha apportato il contributo specifico della figurazione che, in tutti questi casi, non è mai opera sovrapposta o di completamento ma realizzazione profondamente integrata con il volume architettonico.

La recentissima chiesa di Trezzano sul Naviglio, opera dello Studio AAAquattroAssociati con interventi dell’artista Giovanni Frangi, è, credo, l’ultima opera compiuta in Diocesi.

Nelle prossime settimane sarà consacrato l’altare della piccola chiesa di san Raffaele in Milano, il luogo che ospita dalla metà degli anni ’50 l’adorazione perpetua (grazie alla Comunità delle Suore Figlie della Chiesa), articolato volume, progettato dall’arch. Sandro Rondena – recentemente scomparso – che evidenzia lo stretto rapporto tra Ambone, Mensa della Parola, e Altare, Mensa del Pane eucaristico, come il testo di Tommaso da Kempis, ripreso dalla stessa Assemblea dei Padri conciliari, ricorda.

Si sta completando l’ultima chiesa alle porte di Milano, nel quartiere Certosa. Progetto dell’architetto Boris Podrecca, vincitore di un concorso internazionale bandito alcuni anni oro sono. Come sempre la nascente Comunità che troverà spazio per il comune riconoscimento dello spezzare il pane, ha necessità di essere sostenuta, non solo economicamente, dalle altre realtà che già hanno un luogo in cui riconoscersi fratelli nella sequela alla chiamata misteriosa che il Maestro, passando “un giorno come tanti altri”, ha fatto ad ognuno singolarmente, come testimoniano i Vangeli.

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