Al Museo e Tesoro del Duomo di Monza è in corso una piccola mostra da non perdere: fino al prossimo 13 aprile, infatti, è possibile ammirare le tavole – quelle superstiti e individuate – di un polittico quattrocentesco nato per la basilica monzese di San Giovanni, ma poi smembrato e disperso.
Nelle raccolte del Duomo di Monza, infatti, sono rimasti solo due tavole raffiguranti l’uccisione del Battista e i santi Pietro e Paolo, mentre al Museo diocesano di Vigevano, dove la rassegna si è svolta nei mesi scorsi, è confluita la porzione con santa Caterina d’Alessandria e san Benedetto da Norcia (a sua volta concessa in comodato dal comune di Rosasco, insieme ad altri preziosi fondi oro della collezione dei Visconti di Saliceto). La riunione di queste tavole, così, ha ricostituito almeno il registro inferiore del polittico monzese (mentre ancora nulla è dato sapere della sua parte superiore).
Stefano de’ Fedeli ne è l’autore: un pittore di spicco nel Ducato di Milano della seconda metà del XV secolo, in qualche modo noto più dai documenti che lo riguardano, che dalle opere a lui attribuite con certezza. Figlio d’arte, milanese, nato attorno al 1440, Stefano appare assai attivo alla corte sforzesca (anche nelle prestigiose sale ducali del Castello), in collaborazione, ma anche in competizione, con pittori come il «misterioso» Zanetto Bugatto (mandato a Bruxelles a imparare la tecnica fiamminga), e perfino con maestri illustri come Vincenzo Foppa (che, almeno in un’occasione, riesce a soppiantare).
Il polittico di Monza gli viene commissionato nel 1478 dalla confraternita di San Giovanni Battista decollato, che era dedita a opere di carità, occupandosi nello specifico nell’assistenza dei condannati a morte. Motivo per cui una delle tavole, bellissime, rappresenta proprio il momento del martirio del Precursore.
L’opera fu così apprezzata che il pittore milanese, solo due anni più tardi, si vide commissionare un secondo polittico per un’altra cappella nel Duomo di Monza, questa volta dedicato a sant’Antonio Abate. Anch’esso, purtroppo, è stato smembrato e disperso.
La visita alla mostra monzese, insomma, è un’occasione per riscoprire un interessante pittore dell’epoca sforzesca, ma anche per rivedere i tesori del Museo del Duomo, per tacere della celeberrima Corona ferrea nella meravigliosa Cappella di Teodolinda.
Per informazioni, orari e visite: www.museoduomomonza.it.




