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Milano

Il modello di M4 contro le infiltrazioni criminali nelle grandi opere

Presentato all’Università Cattolica il primo studio empirico in Italia sui controlli di legalità nei lavori per la realizzazione dell'ultima linea della metropolitana cittadina

4 Dicembre 2025

Nonostante si discuta spesso del rischio di infiltrazioni mafiose nelle Grandi Opere, i numeri sui controlli antimafia negli appalti sono quasi sconosciuti. È per questo che il centro di ricerca Transcrime, il suo spin-off Crime&tech e M4 S.p.A. hanno condotto il primo studio empirico in Italia sui controlli di legalità in una Grande Opera: i lavori per la realizzazione della nuova ‘linea blu’ della metropolitana di Milano.

Lo studio, presentato all’Università Cattolicaha fatto luce sull’entità e complessità dei controlli necessari per il presidio della legalità in un’opera strategica e con cantieri diffusi sul territorio.

I numeri dell’opera

La costruzione della Linea blu ha coinvolto oltre 1.300 imprese, quasi 4.500 contratti e più di 16.000 lavoratori, impiegati sui 15 km di cantieri diffusi sul territorio di Milano per oltre 10 anni. I lavori sulla M4 si sono strutturati come una Grande Opera ‘a filiera corta: oltre la metà (57%) dei lavori eseguiti è rimasta al primo livello di appalto. Il 94% delle imprese coinvolte ha sede legale in Italia e, di queste, quelle lombarde hanno contribuito a più del 40% del valore delle opere. Il 67% dei lavoratori è nato in Italia, di cui circa il 17% ha più di 60 anni. Tra i lavoratori giovani è stato determinante il contributo di quelli nati all’estero – prevalentemente in Albania, Romania ed Egitto – con una percentuale di under 30 quasi doppia rispetto alla rispettiva quota tra i lavoratori nati in Italia.

I lavori hanno richiesto oltre 5.400 verifiche antimafia, attivate da M4 in linea con il Protocollo di legalità sottoscritto nel 2014 con la Prefettura di Milano. Di queste, circa il 40% delle verifiche è stato soddisfatto tramite iscrizione delle imprese in white-list antimafia. Il restante 60% ha richiesto invece un’istanza di informazione liberatoria alle Prefetture, di cui Il 99,9% ha avuto esito positivo; solo in 6 casi (lo 0,1%) è stata emessa un’interdittiva antimafia.

Senza contare le segnalazioni. M4 ha inoltrato all’ANAC 35 segnalazioni per accertare la sussistenza di false dichiarazioni sui requisiti ex D.lgs. 163/2006: il 75% ha condotto all’applicazione di sanzioni economiche e alla segnalazione nel casellario informatico ANAC. Il numero di sanzioni è diminuito nel tempo grazie a una maggiore diffusione della cultura della legalità tra le imprese coinvolte, facilitata anche dall’introduzione di una piattaforma proprietaria di monitoraggio (SILEG-M4), riconosciuta come misura incrementale antimafia dalla Prefettura di Milano e che può essere messa a disposizione a titolo gratuito per opere di pubblica utilità con convenzioni specifiche, facilitando i controlli antimafia a livello nazionale.

«Siamo orgogliosi di presentare i risultati di questo studio, frutto della preziosa collaborazione con Transcrime e Crime&tech – ha dichiarato Alessandro Lamberti, Presidente di Metro 4 S.p.A. -. La Linea Metropolitana 4 non è stata solo una sfida ingegneristica, ma un impegno costante per elevare la legalità e la trasparenza a pilastri della nostra governance. La piattaforma SILEG-M4 è uno strumento fondamentale che ha garantito il rigoroso presidio dei cantieri e ha confermato che investire in legalità è la base per la sostenibilità delle Grandi Opere pubbliche in Italia».

«I dati messi in luce da questo studio – ha spiegato il professor Ernesto Ugo Savona, direttore di Transcrime – sono molto utili per comprendere come gestire i controlli di legalità nelle Grandi Opere complesse e come migliorare il sistema antimafia nei lavori pubblici. Ad esempio, l’applicazione sperimentale di indicatori di rischio permetterebbe di definire le priorità nelle verifiche antimafia, ridurre i tempi di risposta delle autorità e quindi efficientare il bilanciamento tra controlli di legalità ed esigenze dei cantieri».