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Oratori, l’estate bussa

Sirio 8 - 14 dicembre 2025
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Brianza

Delpini in oratorio: «Entrate nella vita dalla porta che è Gesù»

L’Arcivescovo ha incontrato giovani e adolescenti impegnati nelle attività estive a Cantù, dialogando con loro: «Alla vostra età è normale farsi domande sul senso delle cose. Ma capirete che la vita è cercare la gioia degli altri». E incoraggiandoli: «Voi potete aggiustare il mondo»

di Annamaria BRACCINI

27 Giugno 2025
L'Arcivescovo tra i ragazzi dell'oratorio della Comunità pastorale Madonna delle Grazie (foto Agenzia Fotogramma)

Accolto ovunque dal grido «Kayre, vescovo Mario», da striscioni coloratissimi, dalle parole e dal canto dell’oratorio feriale 2025 «Toc Toc. Io sono con voi tutti i giorni», l’Arcivescovo, come tradizione, visita alcune realtà oratoriane feriali che a Cantù raccolgono per la proposta estiva un migliaio di adolescenti e giovani (in totale la città ne conta otto). Prima tappa nell’oratorio della Comunità pastorale Madonna delle Grazie (tra Vighizzolo di Cantù e Brenna), la successiva in quelli della Cp San Vincenzo, San Carlo e San Paolo. In tutti la partecipazione è in crescita, se solo si pensa ai ben 200 animatori impegnati nella Comunità San Vincenzo.

Ad accogliere monsignor Delpini i sindaci di Cantù e del territorio e i sacerdoti, tra cui il prevosto don Maurizio Pessina (che porge il saluto iniziale) e don Lino Cerutti (71 anni di Messa, a Cantù da 40). A fare gli onori di casa è don Paolo Confalonieri, responsabile della Pastorale giovanile della Cp San Vincenzo, mentre don Riccardo Cagliani lo è per la Cp Madonna delle Grazie.

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Il dialogo e la riflessione

Sotto la tensostruttura dell’oratorio San Carlo si avvia un dialogo, breve e delizioso, tra l’Arcivescovo e qualche bimbo e bimba dei 200 che frequentano dalla I alla IV elementare.

«Qual è il tuo talento?», chiede incuriosito un ragazzino. «Il mio talento è il tempo, io ho tempo per voi e per gli altri, tutti ne abbiamo». «Cosa c’è nella vita dell’Arcivescovo?», si interroga un’altra. «L’incontro e la consolazione di Dio». «L’Arcivescovo va in paradiso?», aggiunge un coetaneo. «Ho capito che il paradiso è la vita eterna, è l’amicizia con Gesù che comincia qui, quando si fa la comunione e si riceve il battesimo. Noi siamo già sulla porta del paradiso se siamo uniti a Gesù».

Un momento del dialogo all’oratorio San Carlo (foto Agenzia Fotogramma)

«Cosa significa la preghiera per me? – spiega ancora l’Arcivescovo -. La preghiera significa che Gesù è vivo, è presente e mi parla. Nel Vangelo c’è scritto quello che Gesù mi dice. Gesù non è un libro, ma un amico che parla attraverso anche questo libro. La preghiera è una forma di amicizia».

Poi, la breve riflessione. «Gesù non è un distributore di favori: a Lui dobbiamo chiedere il segreto della gioia, che Lui ci rivela. Gli chiediamo di insegnarci il segreto dell’amore, essendo capaci di voler bene per essere insieme felici, e chiediamo la grazia della speranza. Se tu bussi per chiedere gioia, amore, speranza, il Signore ti apre», conclude rivolgendosi direttamente ai piccoli, prima delle immancabili foto di gruppo.

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Sogni e interrogativi

Il dialogo continua, idealmente, nell’oratorio San Paolo dove ad accogliere il vescovo, all’aperto, sono tanti giovanissimi dalla V elementare alle Medie.

La prima domanda è la curiosità su come si svolge una giornata-tipo dell’Arcivescovo di Milano: «Ci sono due cose che mi succedono ogni giorno: gli incontri, perché l’Arcivescovo vive della relazione con le persone, e poi la consolazione di Dio, soprattutto quando celebro Messa».

L’inaugurazione dei locali ristrutturati (foto Agenzia Fotogramma)

«Cosa sognavi da piccolo?», incalza un ragazzo. «Sognavo solo di fare il prete per seguire Gesù che mi ha fatto conoscere Dio. Ma questo lo potete fare anche voi, magari quando vi sposerete: seguire Gesù. Non ho mai dubitato della sua amicizia e del suo amore. C’è sempre un momento, alla vostra età, quando si diventa adolescenti, in cui ci si domanda il senso delle cose. È come se ci si trovasse di fronte a una porta chiusa dietro cui ci sono misteri e paure, per cui tanti di voi vivono spaventati. Ma bisogna aprire, attraversare la porta che è Gesù, e capirete cosa è la vita. Ossia essere amati e amare, facendo dei propri talenti un dono. La vita è cercare la gioia degli altri. Se entri attraverso la porta che è Gesù, impari il segreto della vita, trovando sempre occasioni per amare, per servire, per curarsi della gioia degli altri».

Un pensiero specifico è anche per gli animatori: «Non sottovalutatevi, l’oratorio di queste settimane vi rivela che potete aiutare gli altri a essere contenti ed essere contenti anche voi».

L’inaugurazione e l’ultima visita

Un grande applauso accoglie le parole dell’Arcivescovo, che subito dopo sale negli ariosi locali della Pastorale giovanile, restaurati grazie al lavoro di ragazzi volontari che, per due mesi, hanno speso così le loro sere e domeniche. Il taglio del nastro rosso, la spiegazione della destinazione degli spazi e del significato della bella icona “Emmaus” (realizzata ad hoc dall’artista Giuseppe Cordiano, presente anch’egli) e il pranzo conviviale completano la mattinata.

Monsignor Delpini con la maglia di «Zero Sbatti» (Agenzia Fotogramma)

Ma c’è ancora tempo per una veloce visita all’interessante iniziativa «Zero Sbatti», promossa, in una felice sinergia, dalla famiglia religiosa dei Concettini, dalla Comunità pastorale, dal Comune, dalle Cooperative sociali Progetto sociale e Mondovisione e da alcune associazioni. Giunti al secondo anno, nell’arco di tre settimane, per tre pomeriggi a settimana si fa animazione, ma non solo: anche approfondimenti, riflessione, proposte («in modo agile, appunto, in modalità “zero sbatti”») per una ventina di giovani in comunità e altrettanti in regime di Centro diurno.

Anche qui la raccomandazione del vescovo Mario – che indossa la maglietta autografata da tutti i presenti – è sempre quella di non sottovalutarsi, perché «voi giovani potete aggiustare il mondo».

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