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Cinepensiero

Accettare la diversità: la complessità dell’identità in “A Different Man”

Nuova puntata di Cinepensiero, per approfondire due forze interne all'essere umano: l'accettazione del proprio passato e la ricerca perpetua di autenticità

di Giovanni SCALERA

1 Aprile 2025

“A Different Man” di Aaron Schimberg esplora l’identità e la percezione di sé attraverso la trasformazione di Edward, affetto da neurofibromatosi. La narrazione è un labirinto di colpi di scena e inversioni di tono, ambientato inizialmente in un claustrofobico appartamento newyorkese, metafora di una paranoia soffocante.

Il suo incontro con la vicina Ingrid, un’aspirante scrittrice che inizialmente oscilla tra compassione e un potenziale interesse voyeuristico per Edward, mette in luce la complessità delle relazioni umane di fronte alla diversità. La vita del protagonista, segnata dagli sguardi e dai sussulti altrui, subisce una svolta inattesa quando un trattamento farmacologico sperimentale gli dona un nuovo volto.

La trasformazione fisica di Edward in “Guy”, riflette sia l’euforia di un ex emarginato che si ritrova improvvisamente oggetto di ammirazione, sia il sottile disagio di una nuova identità non pienamente riconosciuta. La successiva ossessione per l’opera teatrale di Ingrid, basata sulla loro storia, lo spinge a interpretare sé stesso sotto falsa identità, indossando una maschera del suo vecchio volto, rivelando una profonda crisi d’identità e un tentativo di unire il suo passato con il presente. L’arrivo di Oswald, affetto dalla stessa condizione ma carismatico e sicuro di sé, destabilizza Edward, mettendo in discussione gli stereotipi sulla disabilità e sollevando interrogativi sull’appropriazione e la vera natura del proprio io, con Oswald che progressivamente prende il “ruolo” nella vita di Edward.

La riflessione filosofica sul concetto sartriano di “esistenza precede l’essenza” è centrale. Edward, libero di ridefinirsi, lotta con l’accettazione del passato e la ricerca di autenticità. La maschera, sia fisica che metaforica, simboleggia la sua difficoltà nel trovare un significato in un mondo superficiale.

Piuttosto che risposte immediate, “A Different Man” presenta una narrazione originale e interpretazioni che colpiscono nel profondo invitando lo spettatore a riflettere sulla complessità dell’identità e sul desiderio di essere accettati per ciò che si è veramente. Il film, pur mantenendo un tono surreale, offre spunti profondi sulla natura dell’autopercezione e su come il giudizio altrui influenzi la visione di noi stessi.