Che la società invecchi è un fatto, e non può che essere così anche per i sacerdoti. Come testimoniano i semplici numeri che parlano – su 1608 preti ambrosiani, dei quali 1500 residenti in diocesi – di 525 over 75 anni, e 362 ultraottantenni. Nella fascia tra gli 80 e gli 89 anni se ne contano 288, mentre 63 hanno tra i 90 e i 99 anni. Per questo appare sempre più importante contribuire all’Opera Aiuto fraterno (Oaf), nata come Associazione nel 1946 per iniziativa del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, e trasformatasi in Fondazione nel 1996 con il cardinale Carlo Maria Martini. A sottolinearlo è monsignor Massimo Fumagalli, vicepresidente e delegato arcivescovile della Fondazione stessa.
Come l’Opera affianca e sostiene i sacerdoti anziani e malati?
Si cerca di seguire un po’ tutto, dalle pratiche di regolarizzazione di contratti di lavoro alla prenotazione di visite, fino alla presa in carico. Abbiamo un’assicurazione diocesana che copre le visite fino agli 80 anni, mentre è sempre valida, a qualsiasi età, la polizza nazionale, che prevede la possibilità di ricoveri privati a pagamento diretto o con rimborso. Promuoviamo anche pratiche di sostegno attraverso un avvocato e ci si preoccupa della possibilità di accedere, da parte di questi presbiteri, a un rimborso assicurativo se non si è in grado di gestire le funzioni quotidiane. Ultimamente segnalo che vi è stato un innalzamento del rimborso: 39 euro al giorno per quanti vengono aiutati da una persona assunta, 31 euro per chi si avvale di volontari. Ci curiamo anche di rimborsi per apparecchi acustici e di altre necessità.
Svolgete anche attività formative e ricreative?
Ogni 3-4 anni organizziamo una tre-giorni a Seveso per i preti che si approssimano ai 75 anni, al fine di offrire qualche indicazione per il loro cammino futuro, in modo da arrivare preparati al momento delle dimissioni dagli incarichi, un passaggio umano e sacerdotale sempre difficile. Il momento più importante è quello della settimana residenziale, quest’anno in programma dal 9 al 13 giugno presso la Casa dei Barnabiti di Eupilio. Tratteremo il tema «Camminiamo insieme nella speranza» attraverso tre spunti: la cultura, la teologia, le testimonianze. Don Paolo Fontana ci aiuterà a capire come il mondo considera oggi il fine-vita. Il teologo don Francesco Scanziani ci farà riflettere su «Credo la risurrezione della carne e la vita eterna», mentre Mario Mozzanica ci introdurrà alla questione su come accompagnare la vita, portando la sua esperienza di accademico. Nel pomeriggio monsignor Ennio Apeciti presenterà alcune figure di cristiani esemplari testimoni di speranza. Durante la tre-giorni, alla presenza dell’Arcivescovo, faremo anche il pellegrinaggio giubilare al Santuario della Madonna del Bosco. Inoltre stiamo organizzando per settembre una settimana al mare per i preti ammalati in condizioni di fragilità, presso la Casa della gioia dell’Unitalsi a Borghetto Santo Spirito, attrezzata per ogni necessità,.
Come si articola l’Opera Aiuto Fraterno sul territorio?
In ogni Zona pastorale vi sono presbiteri di riferimento e annualmente inviamo a tutti i preti della Diocesi un libretto con i nomi, i numeri di telefono, gli indirizzi email che possono essere utili per contattare l’Opera.
Nella Messa Crismale i sacerdoti sono invitati a contribuire. Per l’occasione, l’Arcivescovo indica come la Colletta del Giovedì santo sia «un modo di dare concretezza alla vocazione alla fraternità»…
Sì, nel 2005 l’allora Arcivescovo, il cardinale Dionigi Tettamanzi, chiese ai preti di contribuire all’Opera nel contesto della Messa Crismale. Poi, negli anni, è stata istituita la Colletta. Ma forse non tutti sanno che alla Colletta contribuisce l’intera giornata del Giovedì santo, comprese quindi anche le offerte raccolte dall’insieme dei fedeli partecipanti alla Messa in Coena Domini. Non possiamo dimenticare che le necessità aumentano: basti pensare che, per mantenere 60 persone ricoverate in strutture e qualche decina in casa, spendiamo ogni anno circa 400 mila euro.





