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Eremita e battezzatore

Fuggito dalla persecuzione della donna indemoniata, Marino trovò riparo alla Baldasserona, in una grotta detta oggi Sacello del Santo. Per un anno Marino ebbe per letto la ghiaia della fredda terra, con una pietra per guanciale; visse tra le belve in solitudine; pregò incessantemente, lavorando a un suo orto da cui prendeva cibo solo a sera e bevendo poca acqua che sgorgava dalla rupe.Vestito di poco panno, forte della sua innocenza e sopportando il gelo, combatté con la preghiera le immagini di belve mostruose suscitate dal diavolo e perseverò confidando solo nel Signore.

11 Marzo 2003

Fuggito dalla persecuzione della donna indemoniata, Marino trovò riparo alla Baldasserona, in una grotta detta oggi Sacello del Santo.
Per un anno Marino ebbe per letto la ghiaia della fredda terra, con una pietra per guanciale; visse tra le belve in solitudine; pregò incessantemente, lavorando a un suo orto da cui prendeva cibo solo a sera e bevendo poca acqua che sgorgava dalla rupe.
Vestito di poco panno, forte della sua innocenza e sopportando il gelo, combatté con la preghiera le immagini di belve mostruose suscitate dal diavolo e perseverò confidando solo nel Signore.
I pastori che si imbatterono in lui lo riconobbero come vero eremita, lo seguirono e si gettarono ai suoi piedi.
Tornati a Rimini, furono loro a rimettere sulle tracce del Santo la donna indemoniata che, trovatolo, gli si rivolse con scherno.
Ma egli, fatto il segno della Croce, si rifugiò nella grotta pregando sei giorni e sei notti. La donna comprese allora di essere stata strumento del maligno, tornò a Rimini dove,confessata la colpa, morì.
Marino salì allora a vivere sul monte e fu da lì che scese presso Acquaviva, dove viveva la famiglia di Felicissima, per risanare battezzare.
La memoria di Marino battezzatore è legata dunque ad Acquaviva e alla Basilica del Santo (antica Pieve).