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La Carta di comunione

Strumento per rinnovare lo slancio missionario

13 Settembre 2010

La Carta di comunione per la missione è l’oggetto di una delle sette “Schede sulle linee operative del Percorso pastorale” contenute nel sussidio per operatori pastorali In cammino con San Carlo. Introdotta dal cardinale Dionigi Tettamanzi a settembre 2009 nel volume La Chiesa di Antiochia regola pastorale della Chiesa di Milano, la Carta è una sintesi programmatica delle intenzioni pastorali del Decanato. Di più, scrive il Cem (Consiglio episcopale milanese), è «strumento imprescindibile per le comunità» per «rinnovare lo slancio missionario della nostra Chiesa» mettendo «al centro di ogni attività pastorale la precisa responsabilità di vivere, sulla base di un cammino di santità, la comunione corresponsabile come condizione e forza della missione di annuncio e testimonianza del Vangelo oggi».
Ogni Decanato è stato invitato a pensare la Carta in seguito alle indicazioni ricevute dal cardinale al termine delle visite pastorali degli scorsi anni. Con l’impegno di «guardare avanti con coraggio e creatività», prosegue il Cem. Che auspica: «La sfida concreta è che non rimanga semplicemente un documento sulla carta ma che diventi anima della vita di ogni Decanato». In particolare, ogni Carta «è specifica per la sua realtà, ma ognuna si qualifica all’interno dell’unico cammino diocesano». Ogni Decanato «presenta alla Diocesi il proprio impegno a contribuire al cammino che l’intera nostra Chiesa ambrosiana sta compiendo».
Tre le sottolineature che hanno rappresentato lo schema di lavoro per la stesura del documento. Innanzitutto la necessità di «una concreta pastorale d’insieme» intesa come «espressione di quel fondamentale spirito di comunione» che offre agli uomini «una più coerente e trasparente testimonianza cristiana». In secondo luogo, «il principio di corresponsabilità di tutti all’unica missione della Chiesa, in particolare il ruolo dei laici» da «coinvolgere e valorizzare adeguatamente, promuovendo per loro opportuni percorsi di formazione». L’ultima sottolineatura riguarda ambiti dell’attività pastorale (diversi per ogni Decanato) che necessitano di maggiore attenzione.
L’anno pastorale appena iniziato sarà il banco di prova della Carta di comunione per la missione. È il «tempo opportuno – spiega il Cem – per accogliere e dare attuazione in ogni comunità alla Carta». Il coraggio e la fiducia necessari per compiere questo cammino, conclude il Cem, sono alimentati dalla consapevolezza «che l’impegno missionario vissuto in un autentico spirito di comunione, collaborazione e corresponsabilità sia la modalità più vera e sincera per portare il Vangelo nel cuore delle persone che ci sono affidate».