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11-14 settembre

Seregno ricorda Ballerini,
Arcivescovo “in esilio”

Nel bicentenario della nascita del Patriarca, un articolato programma di iniziative e celebrazioni che culmineranno nella Santa Messa presieduta dal cardinale Scola domenica 14 settembre

7 Settembre 2014

Da giovedì 11 a domenica 14 settembre, nel bicentenario della nascita, Seregno ricorda il patriarca Paolo Angelo Ballerini, Arcivescovo di Milano dal 1859 al 1867, con un articolato programma di iniziative e celebrazioni (in allegato), che culmineranno domenica nella visita del cardinale Angelo Scola: alle 10.30 l’Arcivescovo presiederà la Santa Messa nella Basilica di San Giuseppe, che segnerà anche la nascita della Comunità pastorale San Giovanni Paolo II. Ecco un breve ritratto del patriarca Ballerini, a cura dello studioso Franco Cajani (che interverrà alla giornata di studio del 13 settembre).

 

Paolo Angelo Ballerini nasce a Milano il 14 settembre 1814. Orfano di padre, frequenta le scuole pubbliche di Sant’Alessandro e il Seminario arcivescovile a Monza. Veste l’abito talare nel 1828. Nel 1829 con la madre e il fratello si trasferisce nella canonica della parrocchia di San Michele a Cantù e completa gli studi nel Seminario arcivescovile fino all’ordinazione presbiteriale (1837). Inviato al Frintaneum di Vienna (prestigioso Istituto superiore di studi religiosi), rientra in patria nel 1840 laureato in teologia e viene inserito nel corpo insegnanti del Seminario di Milano.

Nel 1850 diventa redattore responsabile de «L’Amico Cattolico». Molto vicino all’arcivescovo Romilli, sul periodico ecclesiastico dà vita a una rubrica intitolata «Cronaca Religiosa». Alla vigilia dei moti del 1848 giornalisticamente si schiera e rivendica ai sacerdoti il diritto di opinione sul principio del riscatto italiano. La sua carriera è in ascesa: nel 1855 diviene Provicario e due anni dopo Vicario generale. Ma le sue prese di posizione contro l’operato del Governo austriaco gli costano la candidatura a vescovo nelle sedi di Bergamo, Como e Pavia.

Data la grave malattia dell’arcivescovo Romilli, Pio IX considera Ballerini il successore in pectore e nel 1859 lo nomina prelato domestico. Dopo la morte di Romilli – in forza del Concordato in vigore in Lombardia – il Papa prende in considerazione la designazione dell’imperatore Francesco Giuseppe (7 giugno 1859) e con motu proprio nel Concistoro del 20 giugno preconizza Ballerini Arcivescovo di Milano.

Ma sentendosi inviso ai milanesi – che considerano la sua nomina un’imposizione degli austriaci, ritiratisi dalla città dopo la battaglia di Magenta (4 giugno) – Ballerini si ritira a Cantù e il 1° agosto presenta al Segretario di Stato cardinale Antonelli le sue dimissioni, respinte da Pio IX. La sua consacrazione ad Arcivescovo avviene segretamente nella Certosa di Pavia nella notte tra l’8 e il 9 dicembre 1860. In questo periodo la Diocesi di fatto viene retta da monsignor Carlo Caccia Dominioni, Vicario capitolare di fronte allo Stato italiano e Vicario generale di fronte alla Santa Sede. Solo nel 1867 Pio IX accetta le reiterate dimissioni da Arcivescovo di Milano di Ballerini, «in esilio a Vighizzolo di Cantù», nominandolo Patriarca di rito latino di Alessandria d’Egitto in partibus infidelium.

Il Pontefice lo chiama poi a Roma, dove l’8 dicembre 1869 Ballerini è presente alla cerimonia d’apertura del Concilio Vaticano nei banchi riservati ai Patriarchi posti alla sinistra del Papa. Nel 1878 la Santa Sede lo invia in missione a Verrès, Arnaz e Antey, per riferire di alcune situazioni anomale. Viene anche indicato dal Pontefice come arbitro de «L’Osservatore Cattolico», per risolvere le diatribe sorte tra il giornale e alcuni vescovi lombardi.

Il Ballerini si mette a disposizione degli arcivescovi di Milano Luigi Nazari di Calabiana – subentratogli nel 1867 – e di Andrea Carlo Ferrari, supplendoli nelle ordinazioni e nell’amministrazione della Cresima nella Diocesi ambrosiana e in quelle limitrofe. Eleva a sede patriarcale la chiesa prepositurale di San Giuseppe a Seregno, da lui consacrata il 21 settembre 1881. In questo tempio – promosso al rango di Collegiata da Pio XI e a Basilica Romana Minore da Giovanni Paolo II – sono conservate le sue spoglie dopo la morte avvenuta a Seregno il 27 marzo 1897: è l’unico arcivescovo di Milano che non è sepolto nel Duomo. Dal 1995 è in corso il processo diocesano per la causa di beatificazione.

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