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Riflessione

Per un’economia di condivisione
un percorso che parte in famiglia

Perché la Diocesi si è schierata a fianco di «Terra Madre» e ha rivolto un appello generale a ospitare i partecipanti all’evento in programma a Milano del 3 al 6 ottobre

di Luca BRESSAN Vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale

19 Luglio 2015

L’evento «Terra Madre Giovani – We Feed the Planet», che si terrà a Milano dal 3 al 6 ottobre, è un ulteriore segnale di come Expo 2015 possa davvero diventare una palestra capace di rieducare tutti a un atteggiamento più maturo e responsabile verso gli altri e verso il mondo, utilizzando il cibo come strumento di educazione in questa sorta di scuola popolare di democrazia.

Negli stessi giorni dell’evento, e precisamente il 4 ottobre, la Chiesa cattolica, attraverso lo strumento della Caritas, terrà dentro Expo un convegno conclusivo di tutto un percorso che ha visto in questi mesi molte famiglie del territorio milanese impegnate in una riflessione e in un’azione di conversione dei propri stili di vita, verso forme più solidali ed ecologiche. In una società sempre più fragile e sconnessa, costruendo relazioni che consentano di imparare gli uni dagli altri, riscoprendo gli elementi fondanti di una vera comunità, questa riflessione intende sostenere un percorso che ha come focus l’agire abituale dei singoli e delle famiglie, nella convinzione che per pensare a un rapporto con il pianeta, responsabile e capace di cura, è necessario partire da scelte quotidiane orientate a un processo di costruzione del bene comune.

Il percorso è mosso da interrogativi importanti e urgenti: come ripensare i principi del nostro sistema economico e le attuali politiche socioeconomiche per garantire il benessere della persona e della famiglia? Come attivare le diverse forme aggregative e associative presenti nella nostra società perché assumano un ruolo di veri protagonisti del cambiamento? Quale ruolo le famiglie possono giocare nella costruzione di una vita buona per le generazioni di domani? Le risposte a queste domande sono ormai tematizzate dalla riflessione economica e sociologica, che offre degli orientamenti precisi.

Si avverte più che mai oggi la necessità di ripensare il sistema socioeconomico in modo strutturale, a partire dalla capacità di organizzare le relazioni fra membri di uno stesso contesto di vita per la soddisfazione dei bisogni, la tutela dei diritti e la cura della dignità di ogni persona, come del resto è chiaramente suggerito dal significato stesso del termine «economia». È ugualmente chiara l’urgenza di rifondare il sistema economico mettendo al centro i temi della condivisione e dell’equità, valorizzando esperienze e pratiche capaci di porre il bene comune al centro delle scelte individuali, orientate ad assicurare a ciascuno e a tutti i membri della «sola famiglia umana» condizioni di vita dignitose. La rete di buone relazioni può così costituire una risorsa generativa nella comunità, decisiva per soddisfare i bisogni personali di tutti. Non si tratta quindi semplicemente di moltiplicare la produzione di risorse, bensì di condividere quanto già in nostro possesso, per quanto poco ci possa sembrare. Infatti, così come ci mostra il racconto del miracolo della condivisione dei pani e dei pesci, la capacità di fare parte/distribuire/condividere consente di soddisfare i bisogni delle persone, a partire dalle relazioni che si riescono a costruire e curare.

Queste esperienze fondate su una logica di dono e di reciprocità, tessono una trama di relazioni costruendo delle vere e proprie reti che praticano una «economia di condivisione». Esse, già presenti nelle nostre comunità spesso in modo silenzioso, rappresentano oggi la testimonianza di uno stile di vita possibile, capace di «nutrire il pianeta». Il percorso, anche se descritto soltanto per sommi capi, permette di intuire la sintonia e di conseguenza le ragioni che spingono la Diocesi di Milano a schierarsi a fianco dell’evento di «Terra Madre». La disponibilità all’accoglienza e all’ospitalità (che concretizzeremo nel dettaglio nelle prossime settimane, in dialogo con gli organizzatori dell’evento di «Terra Madre Giovani») vuole essere il segno della nostra grande voglia di ascolto, di confronto reciproco, per imparare a costruire quel futuro del pianeta che Expo 2015 ci pone di fronte agli occhi come oggetto della nostra responsabilità e delle nostre decisioni.