Un appuntamento che già ora può considerarsi un successo, anche grazie alla entusiastica accoglienza del Decanato di San Siro. Così don Alberto Vitali, neo responsabile della Pastorale diocesana dei Migranti, parla della Festa delle Genti che, dopo alcune settimane di incontri di preghiera e di riflessione, si avvia ora al suo culmine, la celebrazione di Pentecoste con l’Arcivescovo domenica 8 giugno.
«In genere la Festa delle Genti ha sempre previsto cicli di incontri dal taglio culturale – spiega don Vitali -. Quest’anno il Decanato ospitante di San Siro ci ha chiesto di integrare, animando anche alcuni momenti spirituali già in programma. È nata così l’idea dei Rosari in piazza, insieme alle comunità dei fedeli latino-americani e filippini».
Non stupisce questa attenzione al tema dell’integrazione in una delle zone a più alta “densità migrante” della diocesi, com’è San Siro: «Sia i parroci, sia gli operatori pastorali hanno dimostrato di avere molto a cuore la questione», precisa don Vitali. E aggiunge: «Tutti gli incontri culturali hanno avuto un’ottima risposta per il numero dei partecipanti, ma anche per la qualità degli interventi, che si vedevano nascere da un vissuto ricco. Nessuno ha nascosto i problemi, che ci sono, ma colpisce il desiderio di porre le questioni in modo costruttivo».
Dopo l’ultimo incontro sul tema “Gesù e le altre religioni”, con l’islamologo Antonio Cucciniello presso la parrocchia di San Giuseppe Calasanzio (mercoledì 4 giugno alle 21), la Festa delle Genti si concluderà domenica 8 presso la parrocchia della Beata Vergine Addolorata in San Siro, dove il cardinale Scola presiederà la Santa Messa di Pentecoste alle 11.30. «Sarà il momento centrale della Festa – spiega don Vitali -. Seguirà il pranzo insieme e, nel pomeriggio, uno spazio di animazione e condivisione. Anche in questo caso abbiamo puntato sulla qualità: non sarà solo intrattenimento, ma l’occasione per i diversi popoli di comunicare qualcosa delle proprie culture. Ai milanesi, ma non solo: si pensa sempre ai migranti contrapposti agli italiani, ma i diversi popoli tra loro sono altrettanto stranieri. E anche in quel caso ci sono tanti pregiudizi da abbattere».
Finita la Festa delle Genti, la speranza è di capitalizzare tutte le belle energie messe in campo, come spiega ancora don Vitali: «L’idea è di continuare il rapporto con il Decanato San Siro per varare alcuni progetti “pilota” che, se funzioneranno, si potranno esportare. Più in generale, ci prefiggiamo di fare una sorta di mappatura delle “buone prassi” presenti in diocesi per vedere in che modo sono migliorabili e riproponibili». I campi di azione sono diversi. A cominciare dal catechismo, secondo don Vitali «il punto di maggior contatto stabile delle famiglie migranti con le parrocchie in cui vivono», per proseguire con le scuole di italiano e le Caritas parrocchiali. «Il filo rosso che deve legare questi interventi – conclude don Vitali – è creare occasioni per far incontrare le persone. Perché se le persone si incontrano, crollano i pregiudizi».