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Contro la crisi

Nasce un welfare ambrosiano

Con il progetto “Anticipazioni Ammortizzatori Sociali” i lavoratori in cassa integrazione possono chiedere l’anticipo dell’integrazione salariale

di Cristina CONTI

15 Settembre 2013

Un aiuto concreto per i cittadini contro difficoltà economiche e disoccupazione. Per far fronte alla crisi il Comune di Milano, la Provincia, la Camera di Commercio e i sindacati (Cgil, Cisl e Uil) nell’ambito della Fondazione Welfare Ambrosiano hanno dato vita al progetto “Anticipazioni Ammortizzatori Sociali”.

L’iniziativa consiste nel dare ai lavoratori in cassa integrazione la possibilità di chiedere, su base volontaria, l’anticipo dell’integrazione salariale. Per aderire bisogna essere in attesa da oltre due mesi dell’indennità di Cassa Integrazione straordinaria o in deroga, oppure essere in contratto di solidarietà. «Il tema del welfare è centrale per lo sviluppo di una società giusta e inclusiva a misura d’uomo – spiega Romano Guerinoni, direttore generale della Fondazione Welfare Ambrosiano -. In questo momento di profonda crisi economica diventa ancora più importante poter disporre di uno strumento così significativo per dare una leva alle famiglie che si trovano in difficoltà».

Le anticipazioni sono sostenute da garanzie emesse dalla Fondazione tramite un fondo costituito ad hoc con uno stanziamento iniziale di due milioni di euro. La consistenza del fondo potrà fin da subito consentire al sistema bancario di concedere fino a 10 milioni di credito. E si stima che i lavoratori che ne faranno richiesta saranno 4.000 o addirittura 5.000.

A Milano, infatti, la situazione economica non è per niente rosea. Il 54% delle famiglie ha un reddito inferiore ai 25 mila euro. Nel 64% dei casi solo una persona lavora e guadagna per tutti. Quest’anno soltanto il 28% delle famiglie prevede di risparmiare. E il 21% ritiene che nei prossimi mesi perderà il lavoro.

A fine 2012 il tasso di disoccupazione a Milano ha sfiorato l’8%, con un aumento di due punti percentuali in un anno. Un dato comunque più basso rispetto a quello italiano ed europeo che si colloca tra l’11 e il 12%. Tra i giovani la situazione è più critica, col 17,9% per chi ha meno di 30 anni e il 24,8% per chi ha tra i 20 e i 24 anni. E i contratti diventano sempre più flessibili: con assunzioni a tempo determinato (+7%), collaborazioni a progetto (+3,6%), collaborazioni occasionali e lavoro autonomo (+6,5%).