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8 maggio

Le quattro tappe pomeridiane
della Professio fidei

In diverse zone della città l’Arcivescovo incontrerà i “mondi” della salute, della cultura, del lavoro e dei migranti

30 Marzo 2014

L’8 maggio si articolerà in quattro tappe il percorso della Professio fidei col Santo Chiodo, che poi culminerà nel momento pubblico in Duomo alla sera. Ecco il programma della giornata.

Malattia e famiglia, si parte dalla Mangiagalli

Il primo appuntamento è l’incontro con il mondo della salute. L’Arcivescovo, che porterà in processione il Santo Chiodo visitando e ascoltando quattro diverse realtà della città, inizierà il cammino alle 14.30 presso la Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico – Aula Magna della Mangiagalli (via Commenda 12).

L’incontro, al quale sono invitati particolarmente medici, infermieri, assistenti spirituali, associazioni di famiglie e di malati, sarà aperto e chiuso da due video realizzati da don Domenico Storri con la sua associazione di malati psichici – psichiatrici «I Semprevivi». Verranno proiettate storie di malattia mentale e mostrate esperienze di integrazione dei malati mentali nella parrocchia di San Pietro in Sala a Milano.

Tra i due video, alla presenza dell’Arcivescovo, ci saranno quattro testimonianze a partire dal tema «La malattia e la famiglia: narrazioni di croci». Si metteranno a fuoco le malattie degenerative e psichiatriche, in presenza delle quali il peso assistenziale diventa sempre più notevole e difficile da sostenere per la famiglia in modo adeguato e con le sole forze proprie. Il malato che non riconosce più i propri cari e che è totalmente dipendente dalle cure di altri anche nelle attività ordinarie della vita, consegna a chi gli sta accanto l’interrogativo sulla sua identità, sulla qualità della sua esistenza e, di conseguenza, sulle modalità più idonee di prendersi cura di lui. Ma è in gioco anche l’identità della famiglia, di chi lo assiste e della società nel suo complesso.

Interverranno Nereo Bresolin, primario di neurologia del Policlinico e direttore scientifico de «La Nostra Famiglia» di Bosisio Parini; Matilde Leonardi dell’Istituto Besta, esperta degli stati vegetativi, membro della Pontificia Accademia «Pro Vita»; Serena Libertà, scrittrice, che racconterà la sua esperienza personale di fede e di uscita dall’anoressia; Alessandro Colombo, direttore di «Casa Mizar» per l’accoglienza di malati psichiatrici.

Info: Servizio per la pastorale della salute (tel. 02.8556341; sanita@diocesi.milano.it).

Il secondo incontro con il mondo della cultura

Il secondo momento si terrà alle 15 alla Triennale di Milano (viale Alemagna 6) sul tema «Uscire dalla crisi maturando come uomini. L’anima di Milano nelle sue trasformazioni dal dopoguerra ad oggi». Sarà un incontro col mondo della cultura. Invitati particolarmente, oltre a docenti, alunni delle Università, Accademia di Brera, Naba, Ied, anche i professionisti del design, dell’architettura, della moda, coloro che operano nell’editoria e nella comunicazione, gli aderenti ai centri culturali.

È in programma la visita guidata al «Museo del design», nella sua nuova installazione sul design al tempo della crisi (anni Trenta: l’autarchia; anni Settanta: l’austerity; anni 2000: l’autoproduzione). A seguire gli interventi del presidente della Fondazione «La Triennale di Milano», Claudio De Albertis, di una giovane creativa, di Arturo Dell’Acqua Bellavitis, preside della Facoltà «Design e Moda» al Politecnico, di un designer, di un architetto. La Chiesa milanese si metterà in ascolto di questo mondo che permea il tessuto culturale della città per coglierne le attese e le sfide, le ferite e i fermenti fecondi.

Nel solco della storia, dal dopoguerra ad oggi, ci sta il seme di un futuro promettente. Qui la Chiesa si propone di camminare in una nuova collaborazione nella certezza della necessità di uscire insieme, dal tempo della crisi e dei cambiamenti, e di uscirne cresciuti umanamente e rafforzati nel tessuto sociale. Dal dopoguerra a oggi Milano ha già conosciuto profonde trasformazioni, subite (l’immigrazione), ma anche volute (il piano urbanistico, la cultura e i new media), che hanno dato nuova forma alla sua anima. Quest’anima della città è stata plasmata in modo decisivo dalla cultura: Milano è diventata una delle principali città universitarie del Paese, la capitale dell’editoria e della televisione, il punto di eccellenza dell’architettura, del teatro, del design e della moda. Anche in momenti difficili come gli anni del terrorismo, di tangentopoli ed ora della crisi economica, la città non ha mai perso la sua profonda vocazione culturale: ed ora, in questa particolare congiunzione storica, Milano continua ad essere una città che cresce urbanisticamente in modo nuovo (City Life, Portello.,.). che rilancia l’industria della moda e del design, che sviluppa le sue università e le internazionalizza, che raccoglie le sfide dei new media e le fa proprie.

Info: Vicariato per Cultura (tel. 02.8556300; vic_cultura@diocesi.milano.it).

Solidarietà nel lavoro, terza tappa all’Unicredit

La reliquia del Santo Chiodo, che richiama alla Croce di Cristo, portata in processione dal cardinale Angelo Scola, alle 16.45 sosterà nella nuova piazza «Gae Aulenti», davanti al grattacielo della Unicredit, diventato un simbolo del lavoro e dell’economia a Milano. Dopo aver ascoltato il mondo della sofferenza alla Mangiagalli, quello della cultura alla Triennale, l’Arcivescovo incontrerà lavoratori, pensionati e coloro che sono in cerca di occupazione, le organizzazioni sindacali, le imprese, le istituzioni.

Questa terza tappa della Professio fidei, sul tema «La solidarietà nel mondo dell’impresa e dell’economia. Utopia o realtà?», si porrà in continuità con il percorso iniziato in Diocesi l’8 febbraio con la Giornata della Solidarietà: il convegno che ha preparato quella data ha avuto come titolo una frase della Evangelii Gaudium di papa Francesco che rappresenta l’invito a considerare la solidarietà come lo stile per costruire la nostra storia, della quale l’economia e il lavoro sono un momento significativo, insieme alla fragilità, alla cultura, ai migranti. La solidarietà è stile di costruzione della storia se ci si prende cura dell’uomo in ogni sua direzione. La proposta di questo cammino incontra, con la processione del Santo Chiodo, la comunità civile, perché la solidarietà diventi lo stile di costruzione della città dell’uomo, dell’intera società.

La riflessione e l’incontro dell’8 maggio saranno articolati in tre differenti momenti: «Perché oggi si deve e si può parlare di solidarietà» (con Provincia di Milano, Coldiretti Milano, Confesercenti, Confartigianato Imprese Varese, Camera Commercio Milano, Cisl Monza/Lecco); «La crisi: come interpella e quale solidarietà chiede» (con Comune di Milano, Assolombarda, Cisl Milano, Unicredit, Camera Commercio Monza, Confcommercio); «La solidarietà come risposta per il futuro, le nuove solidarietà e le nuove reti» (con Regione Lombardia, Api Lecco, Camera del Lavoro di Milano, Confcooperative Milano, Società lavoro interinale, Fondazione Cariplo).

Info: Servizio per la pastorale sociale e il lavoro (tel. 02.8556430; sociale@diocesi.milano.it).

Infine in ascolto dei migranti, «moderni cirenei»

La quarta e ultima tappa della Professio fidei sarà alla parrocchia di San Giuseppe dei morenti (via Celentano 14) dove il cardinale Angelo Scola con il Santo Chiodo, alle 17, incontrerà i migranti e i fedeli del Decanato Turro. Sarà l’ultimo appuntamento del pomeriggio. Poi, alle 21, in piazza Duomo, ci sarà il momento conclusivo della giornata.

Il migrante, da qualsiasi parte del mondo arrivi, è anzitutto un credente e oltre il 50% di essi è cristiano. Se la causa delle migrazioni è infatti principalmente la povertà materiale, la ricchezza che sostiene ognuno di questi fratelli nella penosa necessità di lasciare famiglia e terra è precisamente la fede nel Dio che dai tempi di Abramo e Mosè ha accompagnato il suo popolo in ogni peregrinazione. Da baby-sitter e colf, si prendono cura delle nostre fragilità, lasciandosi paradossalmente alle spalle le proprie: figli, che non vedranno crescere, affidati ai nonni; anziani abbandonati o privi della loro rassicurante presenza; situazioni di disagio che soltanto le modeste «rimesse» periodiche possono alleviare.

Non è esagerato considerare questi fratelli e sorelle quali «moderni cirenei», che vengono a farsi carico delle nostre fatiche, con uno spirito di servizio trasfigurato dalla fede. Una fede che ben si identifica con quella dell’uomo della croce, non a caso ispiratore di molte devozioni tra le più popolari e diffuse nei diversi continenti. È quanto si esprimerà nell’incontro dell’8 maggio intitolato appunto «I migranti come nuovi cirenei», mediante alcune brevi rappresentazioni teatrali in attesa dell’Arcivescovo e poi, con lui, in adorazione del Sacro Chiodo. Ogni gruppo etnico rappresenterà in forma artistica (poesia, canto, drammatizzazione…) una propria testimonianza circa l’esperienza di migrazione. La compagnia sudamericana Alma Rosé e una compagnia della comunità filippine congiuntamente a quella salvadoregna daranno vita a due interventi teatrali.

Info: Servizio per la pastorale dei migranti (tel. 02.8556455; migranti@diocesi.milano.it).